Simone Alliva, giornalista e scrittore e attivista LGTIBQ+. Tra i suoi ultimi libri Caccia All’Omo (2020) e Fuori I Nomi! (2021).
Che cosa ne pensa dell’ultima polemica di Fratelli d’Italia su Sanremo e sul presunto “Jen der Floyd”?
“Sembra il perfetto esempio di polemica inesistente usata come diversivo. Si agita per ottenere – con successo – la reazione pavloviana di chi si indigna e tiene banco. Si oscurano temi come la giustizia, i migranti, le inflazioni. Ma bisogna concentrarsi bene. In realtà questa uscita è il sigillo. Certifica l’assorbimento da parte di questa destra delle lotte anti-lgbt e anti-scelta. Nella storia della politica italiana, dopo i nostalgici del duce, l’arrivo dei Pro-Vita in Parlamento ha segnato l’evoluzione della destra: dopo i tre modelli di destra italiana (mussoliniana, dorotea, berlusconiana) c’è questa anti-scelta. Maddalena Morgante viene da quel mondo fatto di bufale e diritti negati”.
Qual è lo stato dei diritti con il Governo Meloni?
“Questo è un governo che soffoca i diritti con garbo e intelligenza. Da un punto di vista di potere guardiamo alla scelta di ministri e sottosegretari: vengono dal mondo fondamentalista cattolico. Su Roccella, Fontana è stato scritto di tutto ma occhio su chi resta nell’ombra: Alfredo Mantovano, assiduo frequentatore e punto di riferimento del mondo pro-life, sottosegretario alla Presidenza, paragonava le unioni civili ai lager. Una volta entrati nelle stanze dei bottoni hanno aperto i Palazzi ai negazionisti. I primi di dicembre le associazioni CitizenGo Italia e Non Si Tocca La Famiglia sono stati ricevuti al Ministero dell’Istruzione. A fine anno Jacopo Coghe di Pro-Vita ha incontrato il ministro Valditara per consegnargli un dossier anti-gender e anti-LGBT. Il 2 febbraio a Montecitorio si è tenuto un incontro tra negazionisti del clima e negazionisti dei diritti, dal titolo “Custodire l’ambiente, custodendo l’uomo”. Mai questi gruppi, le cui istanze sono esplicitamente illiberali, avevano raggiunto un tale livello di accesso alle istituzioni”.
Giorgia Meloni continua a rassicurare le associazioni, nonostante anche nei progetti di legge sia evidente una certa piega da parte dei parlamentari dei partiti di maggioranza. È un gioco dei ruoli?
“Il gioco di questo governo si chiama “A titolo personale”. Ogni volta che spunta una proposta di legge orrenda che punta a cancellare o limitare un diritto acquisto (il diritto all’aborto o all’autodeterminazione delle persone trans) scoppia la polemica e il Governo corre ai ripari giustificandosi: “è stata presentata titolo personale”. Quindi o Meloni non riesce a governare i suoi oppure, e ne sono convinto, è una pantomima. Secondo lei può esserci davvero un attacco ai diritti civili fondamentali nel corso di questa legislatura? Quando tu lasci morire le persone in mare, ti muovi per bloccare le carriere Alias nelle scuole, ripeti in tutti i salotti televisivi che le famiglie arcobaleno non esistono, cosa fai? L’attacco è in corso. Sparano con il silenziatore. E sono passati solo cento giorni, hanno cinque anni davanti per trasformare l’Italia nella Russia di Putin”.
Come valuta l’opposizione?
“Non vedo un’opposizione ma un’orchestra di flauti. Il Pd parla di mozioni, tessere, primarie. Di nulla. Altri pensano di poter fare opposizione tramite card social, dirette Instagram con influencer invece che dentro le Aule. Patetici. Ma l’opposizione non è solo politica. Anche mediaticamente ci troviamo circondati da una stampa scarsa che somiglia a una batteria di mortaretti e Meloni decide di azionarla per accreditare la propria immagine di leader simpatica, brava e competente. L’opposizione è da ricercare nelle piazze e nei movimenti civili”.