Politica, si critica con la vernice. Da Torino a Londra, il dissenso diventa street art. Belpietro ultima vittima del “Banksy” italiano

Politica, si critica con la vernice. Da Torino a Londra, il dissenso diventa street art. Belpietro ultima vittima del "Banksy" italiano

L’ultima sua vittima è stato il giornalista Maurizio Belpietro. Un finto manifesto che ritrae il conduttore di Rete4 e che, ricalcando in pieno lo stile dell’artista futurista Fortunato Depero, ironizza sul suo modello di giornalismo, soprattutto nel caldo clima pre-elettorale. È tornato così a colpire l’artista che è già stato rinominato il “Banksy” torinese. Dopo la satira che ha acceso i riflettori sulle strade della città contro Matteo Salvini, Alessandra Mussolini e Maurizio Gasparri, non disdegnando nemmeno protagonisti della vita politica internazionale come Marine Le Pen, negli scorsi giorni è toccato proprio al direttore de La Verità essere bersaglio del ragazzo che indossa un cappuccio come gli hacker di Anonymous pr mantenere segreta la sua identità.

Ma non c’è da sorprendersi: mentre molte città italiane si sono svegliate avvolte dal silenzio di fiocchi bianchi adagiati su strade e tetti a causa del maltempo, in questi stessi giorni attivismo politico e cultura si sono invece scontrati a colpi di muri, slogan e pennelli. Sia in Italia che in Inghilterra sembra infatti che gli artisti di strada abbiano trovato una nuova modalità di espressione per dialogare con il mondo delle istituzioni, attraverso opere e azioni a supporto o contro scelte e personaggi politici. Il “Banksy” torinese continua le incursioni in pieno centro città per lanciare messaggi in una sorta di perfetta contro-campagna elettorale. E quasi contemporaneamente, seppur al di là dei confini nazionali e di questioni politiche tutte italiane, anche le opere del vero artista di Bristol si sono ritrovate al centro dell’attenzione. Lo scorso weekend infatti il murales “Well Hung Lover”, opera iconica dell’artista, è stato danneggiato con una vernice nera (riversata sul muro che lo ospitava) al grido di “Fucking Banksy”.

Assalto all’opera – C’è da dire che non è la prima volta che un’opera dell’artista viene presa d’assalto. Tuttavia l’attacco a “Well Hung Lover” ha scatenato ipotesi che vedono nel gesto un nuovo, chiaro, segno di contrasto alle posizioni prese dall’artista contro la Brexit. Posizione che era costata già a Banksy una mano di vernice passata a coprire un’opera presentata nella regione dello Yorkshire. Considerato geniale e diventato un personaggio affascinante in pochi anni – vista la sua mai svelata identità – Banksy ha nel corso degli anni guadagnato un ruolo centrale nel mondo della street art. Mostre, ricerche su chi sia l’artista e l’impegno da parte di città e comuni per tutelare opere apparse di sorpresa sui loro muri, hanno in questi anni mantenuto il lavoro dello street artist senza volto sempre nell’occhio del ciclone. Ma la posizione assunta contro la Brexit sembra non esser stata gradita da molti e le opere deturpate potrebbero essere una chiara risposta. Sembra quindi che il nuovo modo di esprimersi passi anche da qui, con posizioni politiche che si esternano a colpi di street art e si combattono sullo stesso piano. Chissà allora che le nuove campagne elettorali in un futuro prossimo non si disputeranno più sui media tradizionali e sui social ma proprio sui muri, con una rivisitazione dei vecchi cartelloni pubblicitari. Un bel salto nel passato, guardando però al futuro.