L’inutile concorso da 7 milioni. Così l’Italia arresta i poliziotti. Dal 2013 l’esame per vice ispettori è in alto mare

I soldi per alzare gli stipendi agli agenti non ci sono. Al Viminale però spendono milioni per nuovi concorsi in polizia prima di completare le vecchie gare

di Carmine Gazzanni

Parola d’ordine: risparmiare. Specie quando si parla di Polizia. Non a caso, nell’ultimo cdm, il Governo ha provveduto alla razionalizzazione delle funzioni delle forze dell’ordine. Bene così, si penserà. Peccato, però, che il modo per buttare i soldi si trova sempre. E quale, se nonquello di indire un bel concorso nuovo di zecca da – minimo – 7 milioni di euro?

RITARDI E CAOS – Ma facciamo un passo indietro per capire di cosa stiamo parlando. È il 2013 quando il Viminale indice un bel concorso per 1.400 posti per vice ispettori della Polizia. Un numero, in realtà, irrisorio considerando che il “buco” di organico per tale ruolo è il decuplo: circa 14mila. Ma il punto è anche un altro: sono passati due anni e il concorso ancora non giunge a termine. Ad oggi, infatti, sono state svolte solo le due prove scritte: mancano ancora la prova orale e quella psicoattitudinale. “Basti questo – ci raccontano– la seconda prova scritta si è tenuta il 29 gennaio 2015 e solo circa 20 giorni fa sono usciti i risultati”. In pratica, un anno per correggere 6.546 compiti, da cui sono stati ammessi in 2.137 che, ora, dovranno affrontare le ultime due prove.

Ma andiamo avanti nella nostra storia. Un mese fa, infatti, è spuntato un decreto per un nuovo concorso, sempre per vice ispettori, per 320 posti. E questo, a differenza del primo da 1.400, sarà aperto anche agli esterni, ovvero a coloro che non sono oggi agenti. Ed ecco il primo inghippo: la legge, infatti, stabilisce che, per i concorsi della Polizia, vige il principio – per così dire – del “50 e 50”. Ovvero, la metà devono essere assunti tramite bandi interni e l’altra metà aprendo invece la partecipazione all’esterno. Ecco che, allora, il concorso per 320 unità lascia esterrefatti. “Da dove esce questo numero?”, ci si chiede a giusta ragione. Non sarebbe convenuto prendere i 320 tramite il principio – riconosciuto dalla legge – dello scorrimento delle graduatorie degli idonei non vincitori? Ed ecco perchè molti si domandano come mai i 320 posti non siano stati “aggiunti” ai 1.400 del concorso del 2013 e, dunque, non siano stati assorbiti con i 2.137 che dovranno affrontare la prova orale. Secondo il Nuovo Sindacato di Polizia “questo sarebbe stato possibile se l’amministrazione avesse dato prova di buon senso e non avesse bandito l’ennesimo inutile concorso milionario oltretutto per soli 320 posti”. “Preso atto – continuano dal sindacato – dell’esiguo numero di posti autorizzati dalla Presidenza del Consiglio, sarebbe stato molto più logico e razionale procedere all’ampliamento dei posti del concorso già bandito per il quale comunque sono stati spesi milioni di euro.”

SOLDI, SOLDI, SOLDI – Perché il punto è proprio questo. Dai conti de La Notizia, il concorso per soli 320 posti – considerando che essendo aperto all’esterno richiamerà un minimo, secondo le organizzazioni sindacali, di 100 mila persone – potrebbe arrivare a costare minimo 7 milioni. Numero azzardato? Niente affatto, se si considera che due analoghi maxi concorsi (del 2013) sono arrivati a costare, insieme, 24 milioni di euro. Ma non basta. Se la selezione dei 320 vice ispettori fosse stata interna, ci sarebbe stato, poi, solo un’integrazione di stipendio. In soldoni: per un assistente capo il passaggio a vice ispettore “costerà” 80 euro alle casse pubbliche. A fronte di uno stipendio ex novo, nel caso di ingresso dall’esterno, di circa 1.800 euro. Facendo un conto mensile, dunque, parliamo di 32 mila euro circa contro i 576 mila che costerebbero i 320 se fossero tutti esterni. In un anno, altri 7 milioni. Mica male.

 

Twitter: @CarmineGazzanni