Polizia della Capitale nella bufera. La Raggi usa il pugno di ferro. Report denuncia un giro di mazzette tra gli agenti. E la prima cittadina ordina la rotazione dell’organico

Dal sesso in auto tra due vigili troppo focosi fino all’inchiesta di Report su un presunto giro di mazzette. Sembra non esserci pace per la Polizia municipale di Roma che, nonostante passino gli anni, viene travolta da scandali vecchi e nuovi. Una condizione che, però, potrebbe presto diventare un ricordo perché la sindaca Virginia Raggi ha deciso di prendere di petto la situazione convocando in Campidoglio il Comandante della Polizia locale di Roma Capitale, Stefano Napoli (nella foto), quest’ultimo finito all’interno del servizio della trasmissione diretta da Sigfrido Ranucci, per chiedere di effettuare una rotazione territoriale dei vigili che lavorano nel centro storico, in particolare di quelli che si occupano di controlli su commercio e ambulantato, edilizia e cinema, per destinarli a diverse mansioni.

Eppure se questa mossa – più volta auspicata dalla politica – mira ad evitare che le situazioni si incancreniscano, rendendo più facili gli illeciti, c’è chi la boccia senza appello e, soprattutto, senza dire in che altro modo si potrebbe procedere. “Dopo la puntata di Report Virginia Raggi annuncia una finta rotazione dei vigili. È una buffonata da campagna elettorale. È il Comandante che va ‘ruotato’ e le rotazioni interne al gruppo non servono a nulla. Bastava non smontare quanto fatto da Marino”, ha affermato Carlo Calenda, leader di Azione e candidato sindaco.

SCANDALI A RIPETIZIONE. Quel che è certo è che in ballo c’è la reputazione dell’importante Corpo di polizia che, come raccontato nella puntata della trasmissione di Rai 3, nel corso degli ultimi anni è finito in una spirale di scandali e inchieste giudiziarie che ne hanno devastato l’immagine agli occhi dei romani. Del resto appare difficile dar torto ai cittadini visto l’elenco lunghissimo di episodi raccontato durante la puntata. Si va dal presunto conflitto di interessi del 2015 quando, durante le riprese del film Spectre, il dipartimento attività culturali ha concesso le autorizzazioni alle riprese grazie all’intermediazione della Ro.Ma. Mediaservice.

Peccato che l’azienda, come sostenuto in trasmissione, sarebbe stata fondata nel 2005 da Mario De Sclavis, Comandante del V Prenestino, che poi ha ceduto le azioni ai figli. Ben diversa, invece, la vicenda che ha coinvolto il Circolo degli Artisti. Si tratta dello storico locale romano chiuso dai giudici nel 2015 perché al suo interno è stato sotterrato dell’amianto e che per diciassette anni chi lo gestiva non ha pagato l’affitto al Comune di Roma in quanto chi doveva vigilare non lo ha mai fatto. Accertamenti spesso superficiali ma che, sorprendentemente, diventavano insistenti quando l’azienda veniva sottratta alla criminalità e affidata allo Stato. A denunciare questa stranezza è il giudice di Roma, Guglielmo Muntoni, che ha spiegato che “quando abbiamo sequestrato noi i ristoranti, dal giorno dopo c’erano controlli metodici e insistenti da parte degli agenti di polizia locale con interventi pesanti per rimuovere tutti i tavoli che non erano regolari”.

Una lunga catena di eventi a cui, negli ultimi giorni, si è aggiunto quello dell’amplesso tra due vigili in servizio. Una vicenda che inizialmente sembrava frutto della radio di servizio lasciata incautamente accesa ma che ora assume i contorni di una spy story perché secondo fonti della Polizia locale che hanno lavorato sull’indagine disciplinare, culminata con il trasferimento dei due amanti, l’audio sarebbe stato captato da una sorta di microspia lasciata appositamente nella volante da qualche collega, deciso a farla pagare ai due amanti,