La causa scatenante del crollo del ponte Morandi “è il fenomeno di corrosione a cui è stata soggetta la parte superiore del tirante Sud lato Genova della pila 9”. E’ quanto scrivono i periti del gip Angela Nutini nella relazione sulle cause del disastro avvenuto il 14 agosto 2013 causando la morte di 43 persone. Il documento, di circa 500 pagine, è stato redatto nell’ambito del secondo incidente probatorio, quello che dove stabilire le cause del crollo. La Procura del capoluogo ligure aveva formulato 40 quesiti a cui i super esperti hanno risposto. Oltre alla corrosione, a determinare il crollo sono stati anche “i controlli e le manutenzioni che se fossero stati eseguiti correttamente, con elevata probabilita’ avrebbero impedito il verificarsi dell’evento”. “La mancanza – proseguono i periti – e/o l’inadeguatezza dei controlli e delle conseguenti azioni correttive costituiscono gli anelli deboli del sistema; se essi, laddove mancanti, fossero stati eseguiti e, laddove eseguiti, lo fossero stati correttamente, avrebbero interrotto la catena causale e l’evento non si sarebbe verificato”.
Leggi anche
L’ultima fuga di Elkann, stavolta dal Parlamento
31/10/2024 07:48
Sulla CO2 tante promesse fatte ma quasi mai mantenute
29/10/2024 09:27