Il Ponte sullo Stretto resta in bilico, almeno nel suo attuale progetto. L’ufficio di controllo della Corte dei Conti ha emanato una “richiesta di deferimento all’organo collegiale”, rinviando così la decisione sulla delibera del Cipess, che dà il via libera al progetto, al collegio dei magistrati contabili. L’udienza è fissata per la mattina del 29 ottobre, ma fino alla decisone del collegio l’iter verrà bloccato, con la sospensione della delibera e di conseguenza anche del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina.
L’organo collegiale avrà il compito di decidere se registrare l’opera o se restituire l’atto al governo, con quella che sarebbe a tutti gli effetti una bocciatura. Che non sembra da escludere, considerando i vari rilievi mossi dalla Corte. Il documento firmato dal magistrato della sezione controllo di legittimità chiede che la delibera Cipess n. 41/2025 (quella che approva il progetto definitivo del Ponte e assegna le risorse) venga sottoposta a un esame collegiale prima della sua registrazione.
Ponte sullo Stretto, i rilievi della Corte dei Conti
La decisione della Corte deriva da alcuni rilievi tecnici dettati da diversi motivi, a partire dalla rilevanza dell’opera e delle risorse per realizzarla. Ragioni che richiederebbero un “maggiore livello di esplicitazione delle valutazioni effettuate”, anche per garantire il principio di trasparenza dei processi decisionali. Non mancano poi i rilievi riguardanti il difetto nella trasmissione degli atti, tanto da essere segnalata l’assenza di alcuni documenti cruciali. Ancora, la magistratura contabile pone il problema della procedura Iropi con cui il governo ha richiamato l’interesse pubblico escludendo, così, il controllo preventivo della Corte.
Inoltre viene chiesta la verifica di conformità alle direttive Habitat e Vinca, oltre che la dimostrazione dell’interlocuzione con la Commissione Ue, ritenuta non adeguatamente documentata. Nonostante tutti questi rilievi, l’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, si dice fiducioso “sull’esito positivo dell’esame della Corte”, assicurando che verranno forniti “tutti i nuovi approfondimenti richiesti” in anticipo rispetto al 29 ottobre. Fatto sta che, in attesa dell’udienza collegiale, il colpo dal punto di vista politico il governo lo deve già incassare. E non è un caso che Angelo Bonelli, deputato di Avs, chiede al governo di chiarire subito sul caso, ritenendo che debba farlo non il ministro Matteo Salvini ma la presidente del Consiglio: “Di fronte a una crisi economica e sociale e alla ristrettezza dei conti, Meloni ha deciso di seguire Salvini in questa follia economica, finanziaria e progettuale, oltre che dannosa dal punto di vista ambientale”.