Pontida non si fida di Parisi. Salvini rinnega anche il Papa e dribbla la secessione: la Lega pensa all’Italia

Salvini da Pontida attacca Papa Francesco, scarica Parisi, ma apre a Berlusconi. E soprattutto mette in secondo piano la secessione.

Nessuna apertura a Stefano Parisi. Tiene la porta aperta al dialogo con Silvio Berlusconi. E addirittura polemizza con Papa Francesco. Il leader della Lega Matteo Salvini da Pontida rilancia la battaglia politica, a cominciare dal “no” al referendum sulle riforme. Non è comunque passato inosservata la dichiarazione sul Pontefice: “Papa Benedetto aveva idee molto precise sull’Islam, quelli che invitano gli imam in chiesa non mi piacciono”. Un messaggio che fa il paio con molti delle persone presenti a Pontida che indossavano la maglietta “Benedetto è il mio Papa”, in polemica con le posizioni dialoganti di Bergoglio con l’Islam.

La giornata di Pontida, inevitabilmente, è stata una risposta alla convention di Parisi, terminata a Milano senza grossi squilli di tromba. “Il mio interlocutore in questo momento è il segretario di Fi, Silvio Berlusconi, visto che con Giorgia Meloni l’accordo è sostanzialmente generale. Non vogliamo recuperare qualcuno che è solo a caccia di poltrone”, ha detto Salvini, scaricando di fatto l’ex candidato sindaco di Milano. Ma sul tema alleanze il ragionamento è stato chiaro: “Io voglio una Lega forte. Che cosa farà il resto del centrodestra lo deciderà Berlusconi. Se ha coraggio viene dietro a noi, altrimenti la Lega è pronta a fare da sola”. Quindi nessun patto “per forza”.

Addio secessione
Nonostante il pubblico di Pontida sia animato da un forte spirito secessionista, Salvini tende a smorzare i toni. “L’Italia di oggi è un’Italia di cui ci si vergogna perché dà 300 euro agli invalidi e 1000 euro alle cooperative che garantiscono gli immigrati. L’Italia o sta insieme riconoscendo le diversità, come Miglio ha insegnato, oppure il Paese di oggi è un Paese di cui vergognarsi”, ha detto al raduno il numero uno del Carroccio. La preoccupazione di Salvini resta quella dell’Europa: “La scelta è o con noi o con la Merkel, liberi o schiavi della moneta unica”.