Pos obbligatorio, è subito guerra

di Paolo Baroni per La Stampa

E adesso sta per scoppiare la guerra dei Pos. Da oggi scatta infatti l’obbligo per commercianti, artigiani e professionisti di accettare pagamenti con «moneta elettronica» quando l’importo supera i 30 euro, ma saranno pochi quelli che oggi saranno pronti. Per ragioni di costi e perché, come sappiamo, all’obbligo di accettare bancomat e carte varie la legge non affianca alcuna sanzione.

Ad accendere le polveri ieri è stato il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti di Scelta Civica parlando di «approccio burocratico e statalista». Poi ci sono i consumatori, le singole persone, non le associazioni, che guardano a questa novità con grande interesse. E poi ovviamente ci sono loro, i commercianti e gli artigiani, che protestano. Che lamentano, nemmeno tanto a torto, il rischio stangata. Confesercenti parla di una «batosta» da 5 miliardi l’anno per le imprese tra costi di esercizio e commissioni, e di novità che «rischia anche di essere inutile» visto che «a grande maggioranza degli italiani (il 69%) non ha intenzione di cambiare le proprie abitudini di pagamento». Inoltre, «così com’è configurato, l’intervento per favorire la moneta elettronica è squilibrato, poiché sposta l’intero onere dell’operazione sugli esercenti, mentre banche, poste e uffici della pubblica amministrazione continuano ad essere restii ad accettare le transazioni elettroniche».

I dati sembrano dare ragione alle associazioni di impresa. «L’obbligo del Pos – conferma Cesare Fumagalli, segretario generale di Confartigianato – comporta un costo per le imprese. Il rischio è che sia un costo inutile se poi un terminale in Italia continua a fare meno di mille operazioni l’anno mentre in Germania sfiora le 5 mila. Il problema non si risolve se non si incentiva l’utilizzo delle carte di credito».

In Italia le carte di debito sono circa 44,2 milioni, le prepagate 19,8. In media ogni carta effettua 22,9 operazioni l’anno. I Pos installati, invece, sono più di un milione e mezzo e generano circa 1,2 miliardi di operazioni per un ammontare complessivo di quasi 79 miliardi, con un importo medio di 64 euro. In termini di Pos installati solo la Francia e il Regno Unito risultano sopravanzare l’Italia. Mentre la densità di Pos installati per impresa è in Italia di 398 ogni mille contro una media europea di 469.

I consumatori sul caso Pos hanno buon gioco a sparare ad alzo zero: «E’ il solito pasticcio all’italiana, una vera e propria buffonata – attacca il presidente del Codacons, Carlo Rienzi -. Nonostante vi sia un obbligo, lo Stato non è in grado di farlo rispettare visto che non sono previste sanzioni, e i commercianti che da domani non si doteranno di Pos, non rischieranno nulla, e potranno comportarsi come meglio credono». Per l’Abusbef la nuova norma «non serve a combattere l’evasione fiscale ma soltanto a favorire gli interessi di banche e società esercenti le carte di credito» per questo l’associazione invita «alla disobbedienza».

In mezzo, nel tiro incrociato associazioni-governo-consumatori, ci sono anche i semplici cittadini. Che vedono nella possibilità di pagare col bancomat il taxi o l’idraulico che viene a casa una bella agevolazione. Epperò c’è anche chi vede in queste nuove norme, per quanto monche, una ulteriore «restrizione della libertà». Ma fino a quando non si metterà mano al taglio dei costi dei Pos questo è un dibattito che andrà avanti all’infinito. Con la legge che resterà di fatto inapplicata.