Povertà assoluta, con la cura delle destre nuovo record nel 2024: gli indigenti salgono a 5,7 milioni

Cresce il numero di indigenti tra minori, stranieri e nella fascia 35-64 anni. Impennata anche tra operai e al Sud

Povertà assoluta, con la cura delle destre nuovo record nel 2024: gli indigenti salgono a 5,7 milioni

L’Italia rimane invischiata nella trappola della povertà. E paga il prezzo delle politiche del governo Meloni che ha tagliato il reddito di cittadinanza, che si ostina a dire no al salario minimo e che non mette in campo misure efficaci a sostegno di chi ha figli. Secondo i dati resi noti dall’Istat, nel 2024 sono oltre 2,2 milioni le famiglie in condizione di povertà assoluta per un totale di 5,7 milioni di individui, il 9,8% dei residenti. Una quota solo apparentemente stabile rispetto al 2023.

Dati in crescita rispetto al 2023

Cresce il numero di famiglie povere in valori assoluti: 2 milioni e 224mila contro il precedente record di 2 milioni e 217mila del 2023, pari all’8,44%, superiore al dato del 2023 quando era 8,41%. Il numero di individui poveri in valori assoluti passa a 5 milioni e 744mila dai 5 milioni e 694 del 2023, 9,8% contro il 9,7% del 2023. “Insomma, peggio di così non si può”, commenta l’Unione nazionale consumatori.

Oltre alla povertà assoluta cresce anche quella relativa

Cresce anche l’incidenza di povertà relativa tra le famiglie, pari al 10,9% rispetto al 2023 (era 10,6%), coinvolgendo oltre 2,8 milioni di nuclei familiari. In crescita è anche l’incidenza di povertà relativa tra gli individui, che sale al 14,9% (dal 14,5% del 2023), coinvolgendo oltre 8,7 milioni di individui.

Impennata tra minori, stranieri e nella fascia 35-64 anni

Allarmanti i dati sui minori e sulla fascia tra i 35 e i 64 anni, espressione della forza lavoro, e sugli stranieri. L’incidenza della povertà assoluta fra le famiglie con almeno uno straniero è pari al 30,4% e sale al 35,2% nelle famiglie composte esclusivamente da stranieri. La stabilità dell’incidenza di povertà assoluta fra i minori si conferma al 13,8% (quasi 1,3 milioni di bambini e ragazzi), ovvero il valore più elevato della serie storica dal 2014. Per i 35-64enni si attesta al 9,5%, anch’esso valore massimo raggiunto dalla serie storica.

L’intensità della povertà assoluta si conferma stabile a livello nazionale (18,4%), nel Nord (18,5%) e nel Centro (18,0%), mentre nel Mezzogiorno si segnala un incremento: le stime salgono al 18,5% dal 17,8% del 2023. L’incidenza di povertà assoluta si conferma più alta tra le famiglie ampie: raggiunge il 21,2% tra quelle con cinque e più componenti e l’11,2% tra quelle con quattro, per scendere all’8,6% tra le famiglie di tre componenti.

Tra le coppie con tre o più figli, quasi una su cinque è in povertà assoluta (19,4%) e anche per le famiglie di altra tipologia, dove spesso coabitano più nuclei familiari e/o sono presenti membri aggregati, l’incidenza è superiore alla media (15,7%); in povertà assoluta più di una famiglia su 10 tra quelle monogenitore (11,8%).

Cresce la povertà tra le famiglie operaie

L’incidenza di povertà assoluta diminuisce al crescere del titolo di studio della persona di riferimento: se quest’ultima ha conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore, l’incidenza è pari al 4,2%, è tre volte più elevata (12,8%) se ha al massimo la licenza di scuola media e aumenta ulteriormente, salendo al 14,4%, per le famiglie in cui la persona di riferimento ha conseguito al massimo la licenza di scuola elementare.

Tra le famiglie con persona di riferimento occupata, l’incidenza di povertà nel caso sia lavoratore dipendente è pari all’8,7%, salendo al 15,6% se si tratta di operaio e assimilato.

Opposizioni e sindacati puntano il dito contro il governo Meloni. “I dati diffusi dall’Istat sulla povertà assoluta restituiscono l’immagine di un Paese in cui il lavoro non basta più per vivere dignitosamente”, dice il senatore dem Antonio Misiani. “Occorre subito innalzare l’importo dell’assegno unico per i figli, uno strumento automatico che deve servire almeno a tamponare questa emorragia. È una delle nostre proposte per questa legge di bilancio”, incalza il senatore del M5S, Stefano Patuanelli.