Povertà fuori controllo. Non è più un’emergenza ma una vergogna

Il sociologo Domenico De Masi: "C'è una questione enorme da affrontare che è quella della povertà e a cui nessuna forza politica dovrebbe sottrarsi".

I dati del Rapporto annuale Inps parlano chiaro: il 23% dei lavoratori guadagna meno di 780 euro al mese, la soglia massima del Reddito di cittadinanza riconosciuta a un single. Professore Domenico De Masi, tra i più accreditati sociologi del Lavoro in Italia, siamo in piena emergenza lavoro povero?
“Non è un’emergenza è una vergogna. Noi siamo il settimo paese al mondo per Prodotto interno lordo. Avere dunque una situazione di questo genere è vergognoso. Negli ultimi 30 anni tutti i Paesi dell’Europa e dell’Ocse hanno avuto incrementi di salari. Solo da noi le retribuzioni sono diminuite. Gli imprenditori dovrebbero ragionarci seriamente. Essere contro il salario minimo anche da parte sindacale è un assurdo”.

Il premier Mario Draghi ha detto che il Governo si muoverà in direzione del salario minimo.
“Era ora. Siamo l’ultimo Paese nell’Ocse, tra i Paesi ricchi, a non averlo. E i sindacati non lo vogliono perché pensano che così si riduce la loro capacità contrattuale ma la loro capacità contrattuale è inesistente. Finora ha dimostrato che non riesce in alcun modo ad assicurare ai lavoratori un salario, non dico crescente che sarebbe la cosa più seria, ma che resti almeno uguale a sé stesso. Dunque i sindacati hanno dimostrato che la politica della contrattazione non è in grado di assicurare una crescita dei salari parallela alla crescita della produzione. A questo punto non resta che introdurre il salario minimo”.

Il ministro del Lavoro propone per il salario minimo di utilizzare come riferimento i contratti o più diffusi o quelli firmati dalle organizzazioni comparativamente maggiormente rappresentative. Ma non indica una soglia minima oraria di retribuzione come fanno i 5Stelle che la fissano in 9 euro.
“Così si faranno discussioni lunghissime e inutili per capire quale debba essere il salario di ogni individuo. E siccome l’individuo che viene pagato è una persona estremamente debole, ed è da solo contro il datore di lavoro, rimarrà fregato. Se c’è un minimo salariale è facile calcolarlo. I 9 euro tra l’altro erano stati proposti dal Pd alcuni anni fa. La proposta Orlando mi pare debolissima e complicatissima. Dove si potrebbe dire 9 euro minimo e buonanotte. Ma questo non si fa solo per fregare i 5stelle. Il problema, mi pare di aver capito però, è che se non accettano le proposte del M5S, il Movimento esce dal Governo e farebbe bene a farlo il prima possibile. Stanno traccheggiando fin troppo. Da quando c’è il Governo Draghi sono passati dal 18 all’11%. Ne escono ogni giorno più ammaccati”.

Draghi ha propone un patto sociale. Che ne pensa?
“Tutti quanti i governanti lo propongono perché conviene. Significa ‘io faccio quello che voglio e voi vi state zitti’. E poi su che cosa? Certo che occorrerebbe un patto sociale tra ricchi e poveri, tra donne e uomini, tra giovani e anziani, tra indigeni e immigrati. Occorrerebbero tanti patti sociali. Vediamo in cosa consiste questo, se sono chiacchiere o cose concrete. A me pare che finora i lavoratori sono stati fregati. La sostanza è che l’Italia ha i salari più bassi d’Europa”.

Il rapporto Inps certifica ancora una volta un grande problema nel nostro Paese rispetto alla qualità dell’occupazione.
“L’occupazione sta al 60% che è poco ma meglio degli anni scorsi ma bisogna vedere in cosa sono occupati questi lavoratori e con quali contratti. Sono aumentati quelli a tempo determinato. Perfino a un mese, a una settimana, a un giorno. Una follia”.

La Spagna ha adottato una riforma del mercato che dichiara guerra alla precarietà.
“Ma qua non si può fare perché il nostro Governo ha scelto di adottare politiche economiche neoliberiste che si basano sulla precarietà. Bisogna rendere precaria quanta più gente possibile e aumentare il divario tra i ricchi e i poveri”.

Crede che sia a rischio la tenuta economica e sociale del Paese?
“Non lo so. Per far scoppiare la rivoluzione ci vogliono leader, un modello di vita alternativo, organizzazione, indicazione precisa di alleati e di nemici. Nessuno in Italia si è preparato per farla”.

Orlando sostiene che anche come possibile modalità di uscita dal mercato del lavoro bisogna affrontare il tema della riduzione dell’orario di lavoro.
“Se si vuole dare lavoro a tutti e il lavoro è poco e le persone sono molte l’unica via è ridurre la porzione. Se c’è una torta e i commensali aumentano devi fare fette più piccole. Alcuni genitori lavorano 10 ore e il figlio è disoccupato. Gli orari di lavoro vanno ridotti come in Germania. Se avessimo l’orario di lavoro tedesco avremmo 6 milioni di posti di lavoro in più”.

Il Reddito di cittadinanza è costato finora 23 miliardi. Ne è valsa la pena?
“Altro che! Ci hanno campato 3 milioni e 700mila persone. Abbiamo 5 milioni di poveri assoluti e 7 di poveri relativi. Tra i 5 milioni 3 milioni sono vecchi, bambini, disabili. A cui si devono dare i soldi per campare. Ecco i 23 miliardi. Sapesse quanti soldi sono stati dati alle banche che non sono certo povere!”.

Finita la fase acuta della pandemia, sono aumentati gli sfratti.
“E a settembre-ottobre sarà ancora più frequente il fenomeno. C’è una questione enorme da affrontare che è quella della povertà e a cui nessuna forza politica dovrebbe sottrarsi”.