Il portavoce di Solinas al pranzo vietato al ristorante con fuga dalla finestra a Sardara in Sardegna

C'era anche Mauro Esu, portavoce del presidente della Sardegna Solinas, al pranzo vietato al ristorante Nuove Terme di Sardara

Il portavoce di Solinas al pranzo vietato al ristorante con fuga dalla finestra a Sardara in Sardegna

C’era anche Mauro Esu, portavoce del presidente della Regione Sardegna Christian Solinas, al pranzo vietato al ristorante alle Nuove Terme di Sardara nel Medio Campidano. E c’erano anche altri tre commensali vicini a Solinas: il dg dell’assessorato agli Enti locali Umberto Oppus, l’ex dg  di Abbanoa, Sandro Murtas, e l’amministratore straordinario della provincia di Sassari, Pietrino Fois.

Il portavoce di Solinas al pranzo vietato al ristorante con fuga dalla finestra in Sardegna

A scriverlo oggi è il Fatto Quotidiano, il quale racconta che il comandante regionale dei Forestali Antonio Casula, interrogato per tre ore dal pubblico ministero Gianciacomo Pila della procura di Cagliari, ha fatto il nome di Esu. Ieri invece al palazzo di giustizia si è presentato il colonnello Marco Granari, comandante del 151° Reggimento della Brigata Sassari (anche lui uno dei commensali). Il presidente Solinas, quando scoppiò la bomba, negò di esserne a conoscenza.

“Gli elementi che conosciamo oggi (ieri, ndr) cambiano la questione – ha detto Massimo Zedda – al pranzo di Sardara c’era il portavoce del governatore che aveva dichiarato di non essere parte della comitiva ”. Per l’ex sindaco di Cagliari, “o il presidente è connivente, oppure deve cacciare Esu”. Appare inverosimile che il braccio destro di Solinas, un mercoledì lavorativo, vada a una riunione col gotha dell ’apparato politico-amministrativo del centrodestra sardo, senza che Solinas lo sapesse. “E resta da chiarire il motivo del ‘Sardaragate’ ”, aggiunge Zedda, “di cosa hanno parlato i presenti? Probabilmente della ‘legge del poltronificio’ (la legge 107, che crea 65 nuove poltrone in Regione, dal costo di 6 milioni di euro, ndr)”.

Colonnelli, dirigenti e forestali a tavola. Poi il fuggi-fuggi a Sardara

I commensali però erano una quarantina. Quasi metà è riuscita a scappare, chi calandosi dalla finestra del bagno, chi uscendo dalle cucine, chi infilandosi in auto e sgommando via. Uno spettacolo tragicomico, che ha spinto la Procura di Cagliari ad aprire un fascicolo, per ora senza ipotesi di reato. Casula, massimo dirigente del Corpo Forestale della Sardegna, ha detto la sua. “Io non sono uno di quelli che sono scappati, ero a Sardara e mi sono qualificato, dando l’autocertificazione alla Finanza. Ero lì per lavoro”. Una spiegazione smentita dal Comune di Sardara, proprietario delle
terme.

Aveva già ammesso di essere presente anche l’ex assessore regionale agli Enti locali ed ex presidente dell ’Anci Sardegna, Cristiano Erriu. Intervistato da la Nuova Sardegna, ha chiesto scusa, ma si è rifiutato di rivelare i nomi dei partecipanti. Il sospetto, riporta il Fatto, è che il banchetto servisse per spartirsi le poltrone. Anche la consigliera regionale del M5s in Sardegna Desirè Manca, appreso dell’indagine condotta dalle Fiamme Gialle, ha presentato un’interrogazione urgente in Consiglio. Desirè Manca chiede al presidente Solinas “se sia a conoscenza della ragione del pranzo, i nomi dei partecipanti, e se non ritenga utile manifestare una netta presa di distanza stigmatizzando e ove possibile sanzionando le violazioni”. La Lega, partito di maggioranza, prende le distanze: “In una situazione delicata come quella che attualmente viviamo, con l’isola che si accinge ad essere relegata in zona rossa per due settimane, riteniamo quanto mai sconveniente che a infrangere le regole sia proprio chi dovrebbe dare il buon esempio”, afferma il capogruppo Dario Giagoni.