Premio di maggioranza al 38%

di Sergio Castelli

Alla fine tra gli emendamenti presentati alla legge elettorale rispunta pure il Salva Lega che tanto aveva fatto discutere. Si tratta di uno degli emendamenti presentati da Forza Italia che gioverebbe alla causa del Carroccio prevedendo uno sbarramento su base regionale, anziché su base nazionale. Gli azzurri hanno tutta l’intenzione di non mollare nemmeno di mezzo centimetro per tutelare quello che sarebbe un alleato di prim’ordine alla caccia del premio di maggioranza. Ma c’è di tutto e di più nei 318 emendamenti arrivati ieri in commissione Affari costituzionali della Camera. Tante le proposte di modifica, ma intanto è stata trovata l’intesa tra Pd e Fi sulla soglia del premio di maggioranza: accordo fissato al 38%. Ma sono numerosi gli emendamenti finalizzati a modificare il discorso relativo alle liste bloccate con tre soluzioni indicate: i collegi uninominali, le preferenze e le primarie per legge. Richiesta di introduzione delle preferenze anche dalla minoranza del Pd: ma alle fine Renzi sembrerebbe riuscito a bloccare gli emendamenti Pd fuori accordo. Mentre Rosy Bindi propone di poter votare indicando due nomi: necessariamente un uomo e una donna.

I partiti
Forza Italia prova a blindare ancora una volta l’accordo siglato tra il leader Silvio Berlusconi e il segretario del Partito democratico al Nazareno. “Solo lievi modifiche, ma l’impianto dell’Italicum non si tocca in alcun modo”, questa la linea dettata dagli azzurri. Ciò vuol dire nessuna apertura alle preferenze, ma paletti anche alla soglia di sbarramento del 5% per i partiti all’interno della coalizione. Sui collegi invece qualche modifica potrebbe esserci, sempre che il compito di un’eventuale revisione venga effettuata del Parlamento e non con una delega al governo come invece preferirebbe il Pd. Proprio quest’eventualità è stata presentata in maniera unitaria dai democratici: “Un solo emendamento è unitario, cumulativo di tutto il Pd”, ha spiegato il capogruppo democratico in commissione Affari costituzionali Emanuele Fiano, “si tratta di quello sulla delega al governo per la composizione dei collegi. Gli altri non sono di area, ma trasversali”. Una linea su cui è d’accordo anche Ncd. Scelta Civica invece punta tutte le sue proposte di modifica alle soglie di sbarramento, che come prefissate ne minano la sopravvivenza stessa, le preferenze ed infine spunta anche l’intenzione di rendere ineleggibile chi è titolare di concessioni pubbliche. Soglie di sbarramento da modificare anche secondo Sinistra ecologia e libertà, che punta ad abbassarle “per consentire maggiore rappresentanza”. Un discorso che si allarga un po’ a tutti i piccoli partiti che con l’Italicum così com’è sono seriamente a rischio sopravvivenza.Sempre sul discorso preferenze è tornato alla carica anche il Movimento 5 Stelle.

Senato a rischio
Sono 11 gli emendamenti di Ncd con la richiesta di eliminare dal testo base della legge di tutte quelle norme relative al Senato. “Perché prevedere una legge elettorale per il Senato se vogliamo abolirlo?”, si chiede Enrico Costa, presidente dei deputati del Nuovo Centrodestra. “Tale emendamento è coerente con le considerazioni di chi afferma che la legge elettorale costituisce un tassello inscindibile dalle riforme istituzionali”, continua Costa, “nelle quali è inserita la trasformazione del Senato della Repubblica in Camera delle Autonomie”. Anche la Lega Nord ha chiesto venga stralciata tutta la parte relativa all’elezione per Palazzo Madama. Ma il partito guidato da Angelino Alfano ha presentato anche altre proposte: in primis per la reintroduzione delle pluricandidature, norma a cui si è già opposta molto duramente Forza Italia. Sulle soglie di sbarramento la proposta di Ncd mira a portare dal 12 all’8% quella relativa alle coalizioni. E infine per superare le liste bloccate ecco invece le proposte: dalle preferenze ai collegi uninominali, o in alternativa un mix dei due sistemi.