Pressing su Brunetta per il ritorno in smart working nella Pa. Dopo la Cgil anche il M5S si schiera a favore del lavoro agile: “Siamo nel pieno della quarta ondata e non può essere sottovalutata”

Continua il pressing sul ministro Renato Brunetta per il ripristino dello smart working nella Pubblica amministrazione.

Continua il pressing sul ministro della Pa, Renato Brunetta, per il ripristino dello smart working.  “L’impennata dei contagi degli ultimi giorni rappresenta un forte elemento di preoccupazione per il mondo del lavoro. In tutti i settori stiamo registrando un incremento di positivi” ha detto la Cgil Nazionale.  “Per questo – aggiungono la Cgil Nazionale – l’utilizzo del Green Pass non può rappresentare l’unica misura per garantire la sicurezza, occorre fare di tutto per evitare assembramenti che potrebbero moltiplicare il rischio di contagi”.

Per il sindacato di corso d’Italia “è fondamentale tornare a rafforzare nei luoghi di lavoro, attraverso anche il rinnovato coinvolgimento dei comitati aziendali, le misure di sicurezza, di sanificazione, di distanziamento, di tracciamento su cui purtroppo abbiamo riscontrato un calo di attenzione negli ultimi mesi”.

Inoltre, aggiunge la Cgil “il Governo, le Amministrazioni Pubbliche e le aziende devono favorire l’utilizzo dello smart working laddove possibile, evitando elementi di rigidità che in questa fase potrebbero peggiorare l’andamento dei contagi soprattutto negli spostamenti casa, lavoro”.

“Nella prima fase della pandemia – ricorda la Confederazione – il lavoro agile ha indubbiamente contribuito a contenere i contagi, ed oggi, anche sulla base di una nuova regolamentazione contrattuale, può tornare ad essere uno strumento efficace per frenare l’impennata di positivi. Impennata che, come diciamo da tempo, dovrebbe essere affrontata prevedendo l’obbligo vaccinale per tutti i cittadini”.

“Il lavoro agile già a partire dalla prima ondata della pandemia ha dimostrato di essere uno strumento molto utile per scongiurare la paralisi degli uffici pubblici e dei servizi da erogare ai cittadini, evitando al contempo pericolosi assembramenti nelle sedi della Pubblica Amministrazione e riducendo il traffico nelle città e la presenza di cittadini sui mezzi pubblici”.

“Il grande lavoro svolto dalla ministra Dadone durante il governo Conte II ha consentito di perfezionare una modalità di lavoro nata inevitabilmente in condizioni di estrema emergenza” affermano in una nota stampa i senatori del M5S in Commissione Affari Costituzionali, Vincenzo Garruti, Maria Laura Mantovani, Gianluca Perilli, Vincenzo Santangelo e Danilo Toninelli.

“Sbaglia il ministro Brunetta nel ridurre all’osso oggi il ricorso al lavoro agile – aggiungono i parlamentari pentastellati -, nel suo ruolo ha il dovere di comprendere e valorizzare al meglio le enormi potenzialità del digitale, grazie al quale sta cambiando il modo di lavorare di tutti noi. E da questo indirizzo non si torna indietro”.

“Le inefficienze, i comportamenti scorretti di chi approfitta dello smart working per sottrarsi ai propri doveri non devono essere un alibi – aggiungono dal M5S – , è compito del Dipartimento della Funzione Pubblica e dei dirigenti degli uffici far funzionare i piani di organizzazione del lavoro, a partire dai Pola. Siamo nel pieno di una quarta ondata che, per quanto sia meno allarmante dal punto di vista sanitario, non può essere sottovalutata. Per questo, non appena ne avremo la possibilità, come Movimento 5 Stelle presenteremo degli emendamenti per ripristinare il lavoro agile emergenziale nella Pubblica Amministrazione”.

Leggi anche: Brunetta lo snobba, ma lo smart working funziona. Per frenare il virus l’Europa punta come non mai sul lavoro agile. Ma il nostro ministro non ne vuole sapere e si vanta di averlo sospeso.