Prima lo critica, adesso lo osanna. Salvini opportunista con Maradona. Fino a ieri per il leghista era un “pessimo esempio”. Ora diventa un genio “assoluto e irripetibile”

Probabilmente non c’è da stupirsi. Siamo abituati ai cambi di passo, di prospettive e di vedute in occasione della morte di grandi personaggi della storia, della cultura o del calcio (come in questo caso) che, per un motivo o per un altro, hanno diviso l’opinione pubblica. La differenza, però, sta nel comprendere quanto convenga tenere a freno le mani e la lingua piuttosto che cadere nel rischio di scrivere o dire qualcosa che contraddica totalmente quello che fino al giorno prima si è detto e pensato. Ed eccolo lì Matteo Salvini dire tutto e il contrario di tutto perché – che diamine – non poteva non fare un post, non poteva non cinguettare qualcosa di assolutamente retorico sulla morte del grande Diego Armando Maradona.

“Un genio unico, assoluto e irripetibile del calcio mondiale. Una preghiera. Ciao Diego”, ha scritto il segretario della Lega quasi come se Maradona fosse amico fraterno. Non contento l’onnipresente politico dei social ha deciso di ribadire il concetto anche tramite Twitter: “#DiegoMaradona è stato geniale, irripetibile, magico, poetico. È il momento in cui ricordare le sue perle. In campo è stato il numero uno assoluto, poi non sta a noi commentare altre vicende”.

INTERNET NON DIMENTICA. Commenti, dunque, assolutamente condivisibili. Ci mancherebbe. A meno che fino a quel punto non si sia detto esattamente il contrario, magari anche offendendo quel “numero uno assoluto”. Purtroppo sul web, tanto amato da Salvini, niente si cancella e tutto si conserva. E così basta andare indietro nel tempo per ritrovare altri post o cinguettii che disegnano un’altra immagine di Maradona. È il 3 marzo 2014 quando Paolo Sorrentino vince l’Oscar per “La grande bellezza” quale miglior film straniero. Irrinunciabile arriva il commento di Salvini: “Paolo Sorrentino, vincitore dell’Oscar con ‘La grande bellezza’ dice che, fra gli altri, è stato ispirato da Maradona. Sono felice per l’Oscar e per il cinema italiano. Ma l’elogio di Maradona se lo poteva risparmiare, non è proprio il mio modello di vita…”.

Ma come?, si chiederà qualcuno: eppure è geniale, poetico. Irripetibile. Non nel 2014. E non lo era, a quanto pare, neanche un anno prima nel 2013. Maradona era andato ospite da Fabio Fazio, altro personaggio inviso al leader del Carroccio. Un’accoppiata malefica. Salvini twittava quanto segue: “Maradona che prende in giro gli italiani. Fazio che lo abbraccia. Sulla Televisione Pubblica. Pagati da noi. Italia Paese di m… Basta Rai, Indipendenza”. Non ci sarebbe alto da aggiungere. Basta quell’Italia paese di m…a, detto da chi ha fatto di “Prima gli italiani” il suo slogan politico. Ma tant’è.

BEATA COERENZA. Resta, però, ancora una volta l’immagine di un politico che cambia idea a seconda delle circostanze con l’unico obiettivo – si direbbe – di sfruttare la pancia degli italiani, gli umori, con l’unico obiettivo – potrebbe pensare qualcuno – di ottenere qualche like in più. Il punto, però, è che tra i commenti sui social al suo post di commiato a Maradona sono più le critiche che i complimenti. Una marea di persone pubblicano i post di qualche anno prima per ricordare a Salvini la sua “originaria” posizione. Alla faccia del “non sta a noi commentare altre vicende”. Ecco perché, alla fine dei conti, non si può che essere d’accordo con un altro follower su Twitter, un tale Davide. Che scrive a Salvini: “Un uomo che pur ne suoi sbagli è stato più coerente di te”.

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