Primarie per interposta persona. Nel Pd i big non ci mettono la faccia. Contro Zingaretti & C. ci prova pure il 30enne Corallo

Il suo ultimo incarico è stato nello staff dell'ex ministro Martina

A voler pensare male pare proprio che i big del Partito democratico non vogliano esporsi più di tanto, restano nelle retrovie. E così, eccezion fatta per Nicola Zingaretti, sembrerebbe che quella che si sta profilando è una sfida per interposta persona. L’ultimo a scendere in campo è stato il trentenne Dario Corallo. Sconosciuto ai più, il giovane democratico arriva da un’esperienza nello staff dell’ex ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina. Subito, però, Corallo ha tenuto a precisare che “con l’attuale segretario non c’è nessun contatto”. Certo è che non si entra negli uffici di diretta collaborazione senza gli agganci giusti oltre che per una indubbia competenza. Corallo, d’altronde, è laureato in filosofia morale (con tesi alla specialistica su Marx e Gramsci) e milita nel Pd da quando è nato il partito, ma ha fatto in tempo ad avere per qualche anno pure la tessera dei Ds.

CURSUS HONORUM – Il suo curriculum racconta, d’altronde, di tante e tante esperienze collezionate alle spalle. Dal 2008 al 2009 ha curato la comunicazione per i Giovani democratici, incarico poi ripreso nel 2014, anno in cui risulta essere diventato a tutti gli effetti “capo ufficio stampa “ dei Gd. Nel frattempo risulta essere stato anche “coordinatore della campagna per Roma e Lazio” tra il 2013 e il 2014 del Partito del Socialismo Europeo in cui rientra a Bruxelles anche il Pd. E, dal 30 marzo 2016 fino a fine legislatura, ha lavorato come “addetto ufficio stampa” nelle stanze ministeriali del dicastero delle Politiche agricole a stretto contatto con Martina, l’attuale segretario del partito che ora si accinge a scalare. Curioso, però, che il nome di Corallo (che peraltro è figlio di Paolo, ex vicedirettore dell’Ansa), nonostante i tanti e tanti incarichi giornalistici ottenuti, non risulti iscritto all’Ordine dei Giornalisti. Il suo nome, infatti, non compare nel motore di ricerca del sito istituzionale dell’Odg. Ci auguriamo sia solo una svista o un errore del sistema che dev’essere aggiornato. Anche perché, in caso contrario, ci sarebbe da chiedersi quanto abbiano influito le conoscenze e la militanza nel partito e quanto le competenze per le nomine assunte, a cominciare da quella ministeriale.

TUTTI GLI ALTRI – Corallo, però, è in buona compagnia. Non è l’unico homo novus che mira alla segreteria. Anche Francesco Boccia mira alla stessa carica. E anche il suo nome è legato a quello di un altro big, come Michele Emiliano. “Mi lega un rapporto fraterno – ha detto pochi giorni fa lo stesso Boccia – è stato molto coraggioso perché ha capito per tempo lo scollamento tra il popolo e le élite”. Tanto che Emiliano, come si ricorderà, si candidò alle ultime primarie raccogliendo però poco più del 10% dei voti. Meglio che a questo giro ci provi l’amico Boccia, insomma. Resta, infine, l’ala renziana del partito. Tra i candidati alla segreteria c’è anche un figlio di Renzi, come Matteo Richetti. Che, però, ha poi sconfessato la politica del giglio magico (tanto da essere passato alla storia come “diversamente renziano”). Questo vuol dire che i renziani sono ancora alla ricerca di un candidato ideale. Vedremo chi sarà. Certo è che non sarà Matteo Renzi. (attaccato, peraltro, duramente ieri da Zingaretti: “È poco credibile, lo dicono i cittadini”). Esattamente come Martina ed Emiliano, a maggior ragione il segretario uscente difficilmente ci metterà la faccia. Resterà seduto nelle retrovie e assisterà al nuovo modello di primarie stile Pd. Per interposta persona.