Primo atto di Todde in Sardegna. Stop al maxi-spreco d’acqua

In Sardegna riavviate le pompe sul fiume Tirso ferme da mesi. Così si recupereranno milioni di litri di acqua.

Primo atto di Todde in Sardegna. Stop al maxi-spreco d’acqua

Non è ancora in carica, ufficialmente, ma già la presidentessa della Sardegna, Alessandra Todde, fa capire che qualcosa (molto) è cambiato rispetto alla fallimentare gestione del predecessore Christian Solinas. E lo fa con un atto semplicissimo: dando l’ok (informale) a nome della Regione Sardegna affinché si interrompesse lo sversamento di 5 milioni di metri cubi d’acqua dolce al mese dalla diga sul fiume Tirso al mare, mentre il territorio agricolo del sud Sardegna è in crisi idrica e la stagione irrigua è stata bloccata. Un ok che costa a Regione Sardegna circa 1,5 milioni di euro, ma che mette in sicurezza il lavoro e la stabilità di oltre 2000 famiglie di agricoltori. È bastato cioè che Regione Sardegna facesse ciò che Regione Sardegna non ha fatto per oltre 5 anni: occuparsi dei sardi e prendere provvedimenti di buon senso.

In Sardegna riavviate le pompe sul fiume Tirso ferme da mesi. Così si recupereranno milioni di litri di acqua

Per raccontare la storia dello spreco d’acqua dell’invaso del Lago Omodeo sul fiume Tirso occorre spiegare un antefatto: anni fa la diga è stata dotata di un sistema di pompe (un investimento da decine di milioni di euro) affinché, in caso di necessità, si potesse spingere l’acqua nei due invasi principali dell’interconnessione Tirso-Flumendosa, che a loro volta danno acqua a Cagliari e a tutto il territorio. Un’opera utile e intelligente, che però per anni non ha funzionato. Per poter entrare in azione, infatti, le pompe hanno bisogno di energia elettrica. E, siccome l’Enas, l’Ente acque della Sardegna, è da molti mesi senza un presidente, nessuno nell’ente regionale si è preso la responsabilità di firmare il via libera all’accensione delle pompe.

Il Consorzio di bonifica della Sardegna Meridionale era stato costretto a ridurre l’irrigazione al 70% dell’anno precedente

Così, per svuotare l’acqua in eccesso nel lago Omodeo, si scaricavano – cioè buttavano – milioni di metri cubi in mare. Il tutto mentre l’isola viveva un allarme siccità partito da ben prima di Natale. Un vero paradosso. Come denunciato lil 24 marzo scorso da Francesco Vincenzi, Presidente nazionale Anbi: “In Sardegna, mentre in alcune zone agricole si sta uscendo dall’emergenza idrica, in altre si applicano restrizioni, lasciando colpevolmente scorrere acqua inutilizzata fino al mare”. Una situazione limite, che aveva spinto il Consorzio di bonifica della Sardegna Meridionale a ridurre l’irrigazione al 70% dell’anno precedente.

Per capire la gravità della situazione, basta dire che il bilancio idrico segnava – 200 milioni di metri cubi d’acqua rispetto allo stesso periodo del 2023. “Succedono cose incredibili in Sardegna”, commenta il presidente di Anbi Sardegna, Gavino Zirattu a La Notizia, “con gli oltre 25 milioni di metri cubi d’acqua persi da Natale a oggi, avremmo raggiunto tranquillamente i 130 milioni di metri cubi che rispondono al fabbisogno annuale dell’Isola. E invece… Capisco che le spese sono tante”, aggiunge, “ma la prima necessità deve essere sempre quella di assicurare l’acqua!”. E invece si è preferito buttarla, mentre i campi soffrivano la sete.

La governatrice della Sardegna Alessandra Todde dovrebbe varare la nuova Giunta il prossimo 8 aprile. Al Pd andranno massimo 4 assessori

“La presidente ha deciso che Regione Sardegna si farà carico delle spese dell’energia elettrica, piuttosto che mettere a rischio il lavoro di oltre 2000 famiglie”, fa sapere una fonte vicina a Todde, “Ma questo anche in un’ottica di risparmio: quando avrebbe speso il pubblico il pubblico in sussidi e Naspi, se non si fosse agito…?”. Insomma, anche senza carica Todde sta già cambiando le cose. Intanto la neo-presidentessa è alle prese con la formazione della giunta. Il battesimo della lista è atteso per l’8 o 9 marzo. Di sicuro si sa che comprenderà almeno cinque donne. Il fronte aperto, da quanto si apprende, è con il Partito Democratico, che, forte delle preferenze, chiede almeno cinque assessorati, la presidenza del Consiglio regionale e il candidato sindaco per Cagliari. Richieste giudicate eccessive dalla Governatrice in pectore, disposta a concedere massimo quattro assessori.