Primo test per la Meloni alla Camera. Oggi a Montecitorio il voto di fiducia sul Governo. Domani toccherà al Senato

La Camera dei deputati si è riunita per votare la prima fiducia al Governo Meloni: primo test per la premier a Montecitorio

Primo test per la Meloni alla Camera. Oggi a Montecitorio il voto di fiducia sul Governo. Domani toccherà al Senato

Primo test per la Meloni alla Camera. Giorgia è “pronta”. Il suo Governo “fortemente politico” è “pronto” e sventola la bandiera di un’ambizione grande e anche ingenua: quella di arrivare a fine legislatura intatto. Il presidente del Consiglio è determinato a dimostrare all’Italia di avere le idee chiare e di poter risollevare le sorti di un Paese straziato dal caro energia e dalla crisi economica. In questo contesto, alle 11:00, la Meloni ha presentato il suo “manifesto programmatico” a Montecitorio.

Il Timing a Montecitorio: verso il voto di fiducia. Domani toccherà al Senato

Il discorso programmatico della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per la fiducia al governo si sta svolgendo nell’Aula della Camera, a partire dalle 11. Alle 12 circa la seduta sarà sospesa per consentire alla premier di depositare il discorso al Senato, dove la fiducia sarà vota mercoledì.

Alle 13 riprenderà la seduta dell’Aula con la discussione generale che proseguirà fino alle 17. Le repliche di Meloni sono previste tra le 17 e le 17,30. Dalle 17,30 e fino alle 19 si svolgeranno le dichiarazioni di voto sulla fiducia al governo.

Infine, la ‘chiama’ avrà inizio dalle 19. L’esito del voto di fiducia è atteso intorno alle 20-20,30. È questo il timing della fiducia al governo, stabilito dalla Conferenza dei capigruppo di Montecitorio per la giornata di domani, martedì 25 ottobre.

Primo test per la Meloni alla Camera: il discorso

Giorgia Meloni è arrivata a Montecitorio intorno alle 11 per sottoporsi al suo primo test alla Camera. Nel suo discorso di apertura, si è rivolta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella ringraziandolo per i suoi “preziosi consigli”. Ha ringraziato, poi, anche i partiti che compongono la coalizione di Centrodestra, nominandoli uno per uno. Ai banchi del Governo, il presidente si trova tra i due vicepremier Antonio Tajani di Forza Italia Matteo Salvini della Lega.

“Un ringraziamento sincero va al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel dare seguito all’indicazione degli italiani non mi ha fatto mancare i suoi preziosi consigli”, ha detto Meloni intervenendo alla Camera. “È una grande responsabilità per il governo e per chi quella fiducia deve concederla o negarla. E’ un momento fondamentale della nostra democrazia a cui non dobbiamo assuefarci. Grazie a chi vorrà esprimersi, qualunque sia la scelta che farà”.

“Voglio ringraziare anche il mio predecessore, il presidente Mario Draghi che, tanto a livello nazionale quanto a livello internazionale ha in queste settimane offerto tutta la sua disponibilità perché vi fosse un passaggio di consegne veloce e sereno. Anche se il nuovo governo, per ironia della sorte, è guidato dall’unico partito all’opposizione del suo governo. Si è molto ricamato su questo ma non c’è nulla di strano, così dovrebbe essere sempre, così dovrebbe essere nelle grandi democrazie – e ha aggiunto –. Il mio ringraziamento, il più sentito, va al popolo italiano, a chi ha deciso di non mancare l’appuntamento elettorale e ha espresso il proprio voto” nel “processo democratico che vuole nel popolo e solo nel popolo la sovranità. Un ringraziamento va ai partiti della coalizione di governo, ai miei Fratelli d’Italia, alla Lega a Forza Italia, a Noi moderati ai loro leader, a quel centrodestra che” dopo avere vinto le elezioni ha dato “vita a governo in uno dei lassi di tempo più brevi della storia”.

Soffermandosi sul suo ruolo di prima presidente del Consiglio donna, ha affermato: “È una grande responsabilità per il governo e per chi quella fiducia deve concederla o negarla. E’ un momento fondamentale della nostra democrazia a cui non dobbiamo assuefarci. Grazie a chi vorrà esprimersi, qualunque sia la scelta che farà. Tra i tanti pesi che oggi sento gravare sulle mie spalle oggi c’è quello di essere la prima donna capo del governo di questa nazione. Quando mi soffermo sulla portata di questo fatto sento la responsabilità che ho nei confronti che di tutte quelle donne che attraversano difficoltà per affermare il loro talento. Voglio ricordare quelle donne che hanno costruito quella scala che oggi permette a me di rompere il tetto di cristallo”.

“Gli elettori hanno scelto il centrodestra con il suo programma, manterremo quegli impegni. So bene che ad alcuni osservatori e all’opposizione non piaceranno molte delle nostre proposte, ma non assecondo quella deriva per cui la democrazia è più per qualcuno e meno per qualcun altro, ha poi garantito. “Chi vuole vigilare sul nostro governo gli direi che possono spendere meglio il loro tempo: in quest’aula ci sono valide battagliere forze dell’opposizione che possono farsi sentire senza aver bisogno di soccorso esterno. Spero che chi dall’estero dice di voler vigilare sull’Italia non manca di rispetto non a me ma al popolo italiano che non ha lezioni da prendere. L’Italia è a pieno titolo parte dell’Occidente e del suo sistema di alleanze: è stato fondatore Ue, dell’alleanza altantica, parte del G7 e culla insieme alla Grecia della civiltà occidentale e del suo sistema di valori, libertà uguaglianza e democrazia e alle sue radici classiche e giudaico-cristiane”, ha asserito rispetto al posizionamento internazionale del Paese.

“Diamo vita a un governo pienamente politico, assumendoci tutte le responsabilità: anteporremo l’interesse nazionale a quello di parte e di partito, vogliamo liberare le migliori energie di questo paese e garantire un futuro di maggiore libertà, giustizia, benessere. Se per farlo dovremo scomodare potentati o fare scelte che non possono essere condivise da subito da alcuni cittadini non ci tireremo indietro perche il coraggio non ci difetta. Manterremo gli impegni presi con i cittadini”, ha detto Meloni. “Ringrazio i tanti leader internazionali che mi hanno augurato buon lavoro. Non mi sfugge la curiosità per la postura che avrà l’Italia nell’Europa, dentro le istituzioni, perché quello è il luogo in cui farà sentire forte la sua voce”.

L’obiettivo del governo “non è frenare o sabotare l’integrazione europea ma contribuire a indirizzarla verso una maggiore efficacia in risposta alle crisi”, ha spiegato ancora Giorgia Meloni. “L’Italia negli anni ha saputo dimostrare affidabilità a partire dalle tante missioni internazionali delle quali siamo stati protagonisti. E voglio per questo ringraziare le donne e gli uomini delle nostre Forze Armate per aver tenuto alto il prestigio dell’Italia nei contesti più difficili, anche a costo della propria vita: la Patria vi sarà sempre riconoscente”.

Si dovrà anche a livello nazionale “rafforzare le misure a sostegno di famiglie e imprese“, su bollette e carburanti, un “sostegno imponente” per creare un “argine al caro energia” che “ci costringerà a rinviare alcuni provvedimenti” in programma. “Soltanto un’Italia che rispetta gli impegni può avere l’autorevolezza per chiedere a livello europeo e occidentale, ad esempio, che gli oneri della crisi internazionale siano suddivisi in modo più equilibrato. È quello che intendiamo fare, a partire dalla questione energetica. E la nostra Nazione, in particolare il Mezzogiorno, è il paradiso delle rinnovabili, con il suo sole, il vento, il calore della terra, le maree e i fiumi. Un patrimonio di energia verde troppo spesso bloccato da burocrazia e veti incomprensibili. Insomma, sono convinta che l’Italia, con un po’ di coraggio e di spirito pratico, possa uscire da questa crisi più forte e autonoma di prima. Siamo nel pieno di una tempesta – ha dichiarato ancora Meloni -, con un’imbarcazione che ha subito diversi danni, e gli italiani hanno affidato a noi il compito di condurre la nave in porto in questa difficilissima traversata. Sbaglia chi crede che sia possibile barattare la libertà dell’Ucraina con la nostra libertà. Cedere al ricatto di Putin non risolverebbe il problema”.

L’inflazione e PNRR

Non è mancato il tema dell’economia, dell’inflazione e del Pnrr durante il primo test di Giorgia Meloni alla Camera. Contro l’inflazione “è indispensabile intervenire con misure volte ad accrescere il reddito disponibile delle famiglie, partendo dalla riduzione delle imposte sui premi di produttività, dall’innalzamento ulteriore della soglia di esenzione dei cosiddetti fringe benefit e dal potenziamento del welfare aziendale. Allo stesso tempo dobbiamo riuscire ad allargare la platea dei beni primari che godono dell’IVA ridotta al 5%. Misure concrete, che dettaglieremo nella prossima legge di bilancio, sulla quale siamo già al lavoro”.

La decisione che ha assunto “la Bce, al pari di altre banche centrali, per la prima volta dopo 11 anni, a rialzare i tassi di interesse” è “da molti reputata scelta azzardata e che rischia di ripercuotersi sul credito bancario a famiglie e imprese, e che si somma a quella già assunta dalla stessa Banca centrale di porre fine, a partire dal 1° luglio 2022, al programma di acquisto di titoli a reddito fisso sul mercato aperto, creando una difficoltà aggiuntiva a quegli Stati membri che hanno un elevato debito pubblico”.

“Mi sento di dire che se questo Governo riuscirà a fare ciò che ha in mente – ha precisato Meloni -, scommettere sull’Italia potrebbe essere non solo un investimento sicuro, ma forse perfino un affare. Perché l’orizzonte al quale vogliamo guardare non è il prossimo anno o la prossima scadenza elettorale, quello che ci interessa è come sarà l’Italia tra dieci anni”.

“Il PNRR è un’opportunità straordinaria di ammodernare l’Italia: abbiamo tutti il dovere di sfruttarla al meglio. La sfida è complessa a causa dei limiti strutturali e burocratici che da sempre rendono difficoltoso per l’Italia riuscire ad utilizzare interamente persino i fondi europei della programmazione ordinaria. Basti pensare che la Nota di aggiornamento al Def 2022 ha ridotto la spesa pubblica attivata dal PNRR a 15 miliardi rispetto ai 29,4 miliardi previsti nel Def dell’aprile scorso. Spenderemo al meglio i 68,9 miliardi a fondo perduto e i 122,6 miliardi concessi a prestito all’Italia dal Next Generation EU. Senza ritardi e senza sprechi, e concordando con la Commissione europea gli aggiustamenti necessari per ottimizzare la spesa, alla luce soprattutto del rincaro dei prezzi delle materie prime e della crisi energetica. Perché queste materie si affrontano con un approccio pragmatico, non ideologico – e ha ribadito –. Sono pronta a fare quello che va fatto, a costo di non essere compresa, perfino non essere rieletta, per rendere il destino di questa nazione più agevole. La strada per ridurre debito non è la cieca austerità o avventurismi creativi. L’unica strada è la crescita strutturale. Per questo siamo aperti agli investimenti esteri, ma senza logiche predatorie”.

La riforma del presidenzialismo

“Siamo fermamente convinti del fatto che l’Italia abbia bisogno di una riforma costituzionale in senso presidenziale, che garantisca stabilità e restituisca centralità alla sovranità popolare. Una riforma che consenta all’Italia di passare da una democrazia interloquente ad una democrazia decidente. Sulla riforma del presidenzialismo vogliamo confrontarci su questo con tutte le forze politiche presenti in Parlamento, per giungere alla riforma migliore e più condivisa possibile. Ma sia chiaro che non rinunceremo a riformare l’Italia di fronte ad opposizioni pregiudiziali. In quel caso ci muoveremo secondo il mandato che ci è stato conferito su questo tema dagli italiani: dare all’Italia un sistema istituzionale nel quale chi vince governa per cinque anni e alla fine viene giudicato dagli elettori per quello che è riuscito a fare”.

Il tema del Sud nel primo test per la Meloni alla Camera

“Sono convinta che questa svolta sia anche l’occasione migliore per tornare a porre al centro dell’agenda Italia la questione meridionale. Il Sud non più visto come un problema ma come un’occasione di sviluppo per tutta la nazione. Lavoreremo sodo per colmare un divario infrastrutturale inaccettabile, eliminare le disparità, creare occupazione, garantire la sicurezza sociale e migliorare la qualità della vita. Dobbiamo riuscire a porre fine a quella beffa per cui il Sud esporta manodopera, intelligenze e capitali”, ha precisato il presidente Meloni.

Il cordoglio per le vittime delle Marche

Meloni ha, poi, voluto ricordare le vittime causate dalla recente alluvione avvenuta nelle Marche: “Servono investimenti strutturali per affrontare l’emergenza climatica, le sfide ambientali, il rischio idrogeologico e l’erosione costiera, e per accelerare i processi di ricostruzione dei territori colpiti in questi anni dai terremoti e da calamità naturali, come la drammatica alluvione che nella notte tra il 15 e il 16 settembre ha sconvolto la Regione Marche. Consentitemi, insieme a tutti voi, di rinnovare qui il cordoglio per le vittime e la vicinanza a tutta la comunità: siamo al vostro fianco e non vi abbandoneremo, contate su di noi”.

La transizione digitale

Infine, ha affrontato anche il tema della transizione digitale: “Intendiamo tutelare le infrastrutture strategiche nazionali assicurando la proprietà pubblica delle reti, sulle quali le aziende potranno offrire servizi in regime di libera concorrenza, a partire da quella delle comunicazioni. La transizione digitale, fortemente sostenuta dal Pnrr, deve accompagnarsi alla sovranità tecnologica, al cloud nazionale e alla cyber-security – e ha aggiunto –. Perché tutti gli obiettivi di crescita possano essere raggiunti, serve una rivoluzione culturale nel rapporto tra Stato e sistema produttivo, che deve essere paritetico e di reciproca fiducia. Chi oggi ha la forza e la volontà di fare impresa in Italia va sostenuto e agevolato, non vessato e guardato con sospetto. Perché la ricchezza la creano le imprese con i loro lavoratori, non lo Stato tramite editto o decreto. E allora il nostro motto sarà ‘non disturbare chi vuole fare'”.

Il nuovo patto fiscale

“Da questa rivoluzione copernicana dovrà nascere un nuovo patto fiscale, che poggerà su tre pilastri Il primo: ridurre la pressione fiscale su imprese e famiglie attraverso una riforma all’insegna dell’equità: riforma dell’Irpef con progressiva introduzione del quoziente familiare ed estensione della tassa piatta per le partite Iva dagli attuali 65 mila euro a 100 mila euro di fatturato. E, accanto a questa, introduzione della tassa piatta sull’incremento di reddito rispetto al massimo raggiunto nel triennio precedente: una misura virtuosa, con limitato impatto per le casse dello Stato – e ha continuato –. Il secondo punto del patto fiscale sarà “una tregua fiscale per consentire a cittadini e imprese (in particolare alle PMI) in difficoltà di regolarizzare la propria posizione con il fisco. Il terzo punto del patto fiscale sarà una serrata lotta all’evasione fiscale (a partire da evasori totali, grandi imprese e grandi frodi sull’Iva) che deve essere vera lotta all’evasione non caccia al gettito, e sarà accompagnata da una modifica dei criteri di valutazione dei risultati dell’Agenzia delle Entrate, che vogliamo ancorare agli importi effettivamente incassati e non alle semplici contestazioni, come incredibilmente avvenuto finora”.

Scuola e lavoro nel primo test per la Meloni alla Camera

“C’è un tema di povertà dilagante da non ignorare. Sua Santità Papa Francesco, a cui rivolgo un affettuoso saluto, ha di recente ribadito un concetto importante: ‘La povertà non si combatte con l’assistenzialismo, la porta della dignità di un uomo è il lavoro’. Vogliamo mantenere e, laddove possibile, aumentare il doveroso sostegno economico per i soggetti effettivamente fragili non in condizioni di lavorare, ma per gli altri, la soluzione non può essere il reddito di cittadinanza, ma il lavoro. Per come è stato pensato il rdc ha rappresentato una sconfitta”, ha affermato la Meloni. “La priorità per il futuro sarà un sistema pensionistico che garantisca anche le giovani generazioni e chi percepirà l’assegno solo in base al regime contributivo”, ha detto Meloni, nel suo discorso per la fiducia alla Camera, aggiungendo che è “una bomba sociale che continuiamo a ignorare ma che investirà in futuro milioni di attuali lavoratori, che si ritroveranno con assegni addirittura molto più bassi di quelli già inadeguati che si percepiscono attualmente”.

“Si è polemizzato sulla nostra scelta di rilanciare la correlazione tra istruzione e merito. Rimango sinceramente colpita. Diversi studi dimostrano come, oggi, chi vive in una famiglia agiata abbia una chance in più per recuperare le lacune di un sistema scolastico appiattito al ribasso, mentre gli studenti dotati di minori risorse vengono danneggiati da un insegnamento che non dovesse premia il merito, perché quelle lacune non le colmerà nessun altro”, ha sottolineato.

La famiglia

“C’è un’altra istituzione formativa importante, forse la più importante. Ed è la famiglia. Intendiamo sostenerla e tutelarla; e con questa sostenere la natalità”, ha esordito il premier. “Per uscire dalla glaciazione demografica, serve un piano imponente, economico ma anche culturale, per riscoprire la bellezza della genitorialità e rimettere la famiglia al centro della società. Un nostro impegno è di aumentare gli importi dell’assegno unico e universale e di aiutare le giovani coppie ad ottenere un mutuo per la prima casa, lavorando progressivamente per l’introduzione del quoziente famigliare”.

“Mai provato simpatie per i regimi, Fascismo compreso”

“Libertà e democrazia sono gli elementi distintivi della civiltà europea contemporanea nei quali da sempre mi riconosco. E dunque, a dispetto di quello che strumentalmente si è sostenuto, non ho mai provato simpatia o vicinanza nei confronti dei regimi antidemocratici. Per nessun regime, fascismo compreso”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel discorso per la fiducia alla Camera.

“Ho sempre reputato le leggi razziali del 1938 il punto più basso della storia italiana, una vergogna che segnerà il nostro popolo per sempre. I totalitarismi del ‘900 hanno dilaniato l’intera Europa, non solo l’Italia, per più di mezzo secolo, in una successione di orrori che ha investito gran parte degli Stati europei”, ha dichiarato. “E l’orrore e i crimini, da chiunque vengano compiuti, non meritano giustificazioni di sorta, e non si compensano con altri orrori e altri crimini. Nell’abisso non si pareggiano mai i conti, si precipita e basta”.

La lotta contro la mafia, Covid e immigrazione

A proposito della lotta contro la mafia, il presidente del Consiglio ha affermato: “La legalità sarà la stella polare dell’azione di governo. Ho iniziato a fare politica a 15 anni, il giorno dopo la strage di Via D’Amelio, nella quale la mafia uccise Paolo Borsellino, spinta dall’idea che non si potesse rimanere a guardare, che la rabbia e l’indignazione andassero tradotte in impegno civico. Il percorso che mi ha portato oggi a essere Presidente del Consiglio nasce dall’esempio di quell’eroe. Affronteremo il cancro mafioso a testa alta, in prima linea, come ci hanno insegnato i tanti eroi che con il loro coraggio hanno dato l’esempio. I criminali avranno disprezzo e inflessibilità”.

Sul tema Covid, invece, ha osservato: “L’Italia ha adottato le misure più restrittive dell’intero Occidente, arrivando a limitare fortemente le libertà fondamentali di persone e attività economiche, ma nonostante questo è tra gli Stati che hanno registrato i peggiori dati in termini di mortalità e contagi. Qualcosa, decisamente, non ha funzionato e dunque voglio dire fin d’ora che non replicheremo in nessun caso quel modello”.

Rispetto all’immigrazione, poi, la Meloni ha sostenuto: “Forse la più importante cosa da fare sul fronte delle migrazioni è rimuovere le cause che portano i migranti, soprattutto i più giovani, ad abbandonare la propria terra, le proprie radici culturali, la propria famiglia per cercare una vita migliore in Europa. Il prossimo 27 ottobre ricorrerà il sessantesimo anniversario della morte di Enrico Mattei, un grande italiano. Ecco, credo che l’Italia debba farsi promotrice di un ‘piano Mattei’ per l’Africa, un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Ue e nazioni africane. Perché non intendiamo in alcun modo mettere in discussione il diritto d’asilo per chi fugge da guerre e persecuzioni. Tutto quello che vogliamo fare in rapporto a tema immigrazione è impedire che la selezione di ingresso in Italia la facciano gli scafisti”.

Il nodo dei diritti

“Diceva Montesquieu che ‘La libertà è quel bene che fa godere di ogni altro bene’. La libertà è il fondamento di una vera società delle opportunità; è la libertà che deve guidare il nostro agire; libertà di essere, di fare, di produrre. Un governo di centrodestra non limiterà mai le libertà esistenti di cittadini e imprese. Vedremo alla prova dei fatti, anche su diritti civili e aborto, chi mentiva e chi diceva la verità in campagna elettorale su quali fossero le nostre reali intenzioni”, ha concluso Meloni.

Primo test per la Meloni alla Camera: l’incaricato d’affari Usa assiste al dibattito sulla fiducia

A margine del discorso che ha rappresentato il primo test per la Meloni alla Camera, alle ore 12.30, Giorgia Meloni è attesa al Senato per la consegna del testo delle dichiarazioni. La seduta riprenderà alle ore 13:00. In serata, quando il dibattito generale sarà giunto a conclusione, il presidente del Consiglio terrà l’intervento di replica.

Intanto, in occasione del discorso tenuto a Montecitorio, l’incaricato d’Affari ad interim dell’ambasciata americana, Shawn Crowly, ha assistito al primo atto ufficiale del presidente del Consiglio. Secondo quanto confermato da fonti diplomatica, il capo missione dell’ambasciata Usa ha ascoltato il discorso dalla tribuna riservata agli ospiti.

Conte boccia la Meloni alla Camera: “Meno male che erano ‘pronti'”

Al termine dell’intervento di Giorgia Meloni, in attesa di prendere parola a Montecitorio, il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha postato un tweet demolendo l’intervento del neopresidente del Consiglio. “Dalla Presidente Meloni oltre un’ora di vuota retorica, condita da tanti slogan demagogici e i soliti richiami culturali della destra. I cittadini però non hanno ascoltato una sola parola su soluzioni per carobollette e crisi energetica. Meno male che erano ‘pronti’“, ha scritto il leader di 5S.

Al via la discussione generale alla Camera

Alle ore 13:30 circa, alla Camera dei deputati è cominciata la discussione generale che precede la replica de presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il voto di fiducia.