Puglia, regionali al veleno. Spunta una presunta compravendita di voti. L’accusa da un sedicente addetto di un comitato elettorale Dem. Ma il Pd dice di non conoscerlo neppure

La cultura del sospetto colpisce ancora una volta. Pioggia di polemiche sulle elezioni regionali pugliesi per una presunta compravendita di voti. La denuncia arriva da un servizio di Telenorba, quanto è bastato a scatenare oltre che le reazioni del mondo politico anche di quello della magistratura. Perché immediata è stata la risposta della Procura di Bari che ha aperto un’indagine per verificare l’esistenza di un presunto tariffario finalizzato a remunerare rappresentanti di lista e procacciatori di preferenze per le prossime elezioni regionali del 31 maggio. Nella mattinata di ieri gli agenti della Digos di Bari hanno depositato dal procuratore aggiunto il video incriminato andato in onda nel telegiornale di mercoledì.

L’INTERVISTA CRIMINIS
A parlare è un sedicente addetto ad un comitato elettorale barese della candidata del Pd Anna Maurodinoia, nel quartiere Libertà del capoluogo pugliese. L’uomo spiega quelle che sarebbero le modalità di reclutamento dei rappresentanti di lista e che verrebbero pagati dai 30 ai 50 euro in base al numero di voti assicurato. Ma non c’è soltanto il video a essere finito agli atti della Procura della Repubblica; è stata depositata un’informativa sugli accertamenti in corso sul reato di voto di scambio, ora al vaglio della magistratura. La Digos ha intanto iniziato a sentire alcuni testimoni per verificare i fatti raccontati nel servizio tv. La Procura dovrà poi valutare se ipotizzare formalmente il reato di voto di scambio. Al momento nel fascicolo d’inchiesta non ci sono indagati. Perché sull’uomo che ha parlato alla televisione pugliese sorge più di qualche dubbio.

LA PRESA DI DISTANZE
E, infatti, non è tardata ad arrivare la replica del Partito democratico. “Quell’uomo non è riconducibile al Pd”, spiegano dal quartier generale provinciale Dem, “Non ha alcun ruolo nella selezione dei rappresentanti di lista del nostro partito. Salutiamo con soddisfazione l’intervento della polizia giudiziaria e della magistratura”. La risposta della candidata dem Maurodinoia, è dal suo comitato elettorale che sono partite le accuse, non è tardata ad arrivare. Ed è partita una denuncia per diffamazione contro l’uomo intervistato da Telenorba.  “Il soggetto intervistato dal giornalista, dallo stesso qualificato come custode e/o addetto al reclutamento”, spiega l’avvocato della Maurodinoia, “non ha alcun tipo di rapporto, men che meno fiduciario, incarico formale e/o mandato”. E le distanze le ha prese anche Emiliano candidato Pd alla presidenza della Puglia.