Charlie Hebdo, pure l’Islam moderato tace. Poche prese di distanza dal massacro. Ma dovrebbero essere i musulmani a scendere in campo

La strage di Parigi ha riacceso il dibattito su un’annosa questione: l’Islam è compatibile con la democrazia? Secondo un editoriale apparso alcuni mesi fa su “La Civiltà Cattolica”, rivista dei gesuiti di Roma, no, poiché la democrazia “toglie la sovranità ad Allah per trasferirla al popolo”. Per questo, per un musulmano credente, essa è un atto di “miscredenza”. Per fortuna, non tutti i seguaci di Allah accolgono questa impostazione o se ne vanno in giro a sterminare gli “infedeli” imbracciando un kalashnikov. Quello che sorprende, però, in queste ore, dopo il vile attacco alla redazione giornalistica di Charlie Hebdo, è l’assordante silenzio delle comunità musulmane.

IL NODO
Quel mondo moderato che si dice pronto ad una completa integrazione, ma che spesso fatica a riconoscere e a rispettare, usi, costumi e soprattutto le culture identitarie dei popoli occidentali. Adesso serve una netta azione di condanna da parte degli islamici moderati. Una vitale presa di posizione che riesca a fugare ogni dubbio sulla reale adesione democratica di questa religione. Diversamente, si rischia di fare il gioco dei terroristi e di alimentare focolai di tensioni sociali, sempre più accesi anche in Europa. Oggi non bastano più le tiepide attestazioni di solidarietà istituzionale di qualche nazione araba e, vista l’assenza di una gerarchia verticistica di rappresentanza nell’Islam, sono gli stessi musulmani a dover scendere in campo. Letteralmente, nei loro quartieri e nelle piazze di ogni città a chiedere a gran voce democrazia e rifiuto di ogni forma di estremismo.

LA PROSPETTIVA
Questo sarebbe un primo passo di fondamentale importanza. Ma anche l’Occidente deve fare la sua parte. Da anni viviamo in una sorta di lassismo concessorio che ignora le più elementari forme di tutela sociale. Lasciare che nelle scuole alcuni insegnanti “male informati” tolgano i crocifissi o cancellino le recite natalizie per ventilate insofferenze religiose è una forma molto pericolosa di masochismo endogeno. Ogni atto di cedevolezza sul terreno delle nostre identità culturali viene interpretato dalle frange estremiste come una vittoria, un tassello conquistato nel folle progetto di conquista dell’occidente.

GLI ALTRO NODI
Un altro argomento che mina la possibile sintesi tra Islam e democrazia è la questione del rispetto reciproco. Tutte le comunità islamiche presenti nel mondo rivendicano, legittimamente, il diritto di libera professione della propria religione. Quella stessa religione che impedisce la medesima libertà nei paesi arabi. Perché, per esempio, resta praticamente impossibile erigere una chiesa cristiana nei paesi musulmani? Perché in molti Stati arabi è vietato portare una croce al collo.