Putin alle corde, ora arruola pure i condannati. Mosca promette la liberazione o riduzioni di pena a chi andrà al fronte

Putin alle corde, ora arruola pure i condannati. Mosca promette la liberazione o riduzioni di pena a chiunque accetterà di andare al fronte

Putin alle corde, ora arruola pure i condannati. Mosca promette la liberazione o riduzioni di pena a chi andrà al fronte

Non si arresta la campagna di reclutamento da parte dello zar. Una campagna che non risparmia nessuno, o quasi. Vladimir Putin si appresta ad arruolare nell’esercito russo anche i condannati per reati “gravi”. Nel pieno della guerra in Ucraina, il presidente russo ha firmato una legge che abolisce il divieto di inserire nelle file delle truppe del Cremlino coloro che hanno una condanna “non cancellata o in sospeso” per reati considerati “gravi”.

Il divieto di indossare la divisa permane però per chi è stato condannato per abusi su minori, atti terroristici, traffico di materiale radioattivo e crimini contro lo Stato, come alto tradimento e spionaggio. La Russia nei giorni scorsi ha detto di aver concluso la cosiddetta “mobilitazione parziale” ordinata da Putin a fine settembre per rafforzare le linee dell’esercito russo indebolite dal conflitto in Ucraina, dove i soldati di Mosca negli ultimi tempi hanno perso terreno e secondo molti analisti stanno incontrando non poche difficoltà sul campo di battaglia.

Il Cremlino però non ha ancora sfornato un decreto apposito per mettere fine alla mobilitazione e c’è chi teme che in futuro possano riprendere gli arruolamenti forzati che hanno scatenato un vero e proprio esodo, con migliaia e migliaia di russi che hanno lasciato il Paese nel timore di essere richiamati alle armi. In queste settimane si sono moltiplicate le denunce di coscritti che sarebbero stati mandati al fronte allo sbaraglio, senza un addestramento adeguato.

Nei giorni scorsi inoltre l’Ue ha accusato la Russia di aver lanciato una nuova campagna di arruolamento illegale in Crimea prendendo di mira soprattutto i tatari di Crimea: una minoranza etnica in gran parte contraria all’annessione illegale della penisola da parte di Mosca e nei cui confronti i difensori dei diritti umani denunciano violazioni e soprusi.

Putin ha dichiarato che, con la mobilitazione da lui ordinata per l’Ucraina, sono state arruolate 318.000 persone, ovvero i 300.000 riservisti già annunciati dal ministro della Difesa Sergey Shoigu e 18.000 volontari. Secondo il presidente russo, in 49.000 sono già al fronte. Si tratta ovviamente di numeri difficilmente verificabili. Nell’invasione dell’Ucraina, il Cremlino ha schierato anche i miliziani del dittatore ceceno Ramzan Kadyrov e i mercenari del famigerato Gruppo Wagner.

E proprio la compagnia Wagner è sospettata di aver reclutato nei mesi scorsi migliaia di detenuti per inviarli in Ucraina. ll gruppo paramilitare russo ha aperto ieri il suo primo quartier generale ufficiale a San Pietroburgo. è stato Yevgeny Prigozhin, l’imprenditore chiamato “lo chef di Putin”, che ha recentemente confermato di aver fondato il gruppo e di essere stato impiegato in America Latina, Africa e Ucraina, ad annunciare l’apertura dell’ufficio.

Secondo i media, ai detenuti verrebbe promessa la scarcerazione o una riduzione della pena in cambio di un periodo al fronte, da dove però molti rischiano purtroppo di non tornare. Un fronte, soprattutto a Kherson, che preoccupa Mosca per la controffensiva ucraina: dopo aver annunciato nei giorni scorsi l’evacuazione ieri era stata diffusa dai filorussi la notizia di un coprifuoco di 24 ore su 24 nella città, poi però annullato dalle stesse autorità che hanno occupato la regione.

Un’occupazione sotto il segno della repressione, denunciano da tempo gli ucraini mentre i media di Kiev hanno riferito che un’infermiera di 56 anni sarebbe stata impiccata sulla pubblica via a Skadovsk per aver scandito “slogan contro gli occupanti”.