Le Lettere

Putin e il sosia Pasquale

I giornali tornano a scrivere che al posto di Putin c’è un sosia che lo sostituisce. Ma sarà vero?
Vito Vanni
via email

Gentile lettore, confermo: è un sosia. Lo dice anche il Corriere della sera. Quello che ci fanno vedere è un imitatore e smettiamola di chiamarlo Putin. Chiamiamolo Pasquale. Non si capisce perché gli ucraini mandino i droni a bombardare il Cremlino: il vero Vladimir è morto l’anno scorso, e su questo non c’è dubbio perché tutti i giornali lo scrissero nel marzo 2022. Putin era stato operato d’urgenza per un tumore e gli restavano pochi giorni di vita. La fonte era molto attendibile: l’intelligence ucraina, nientemeno. Era diventato cieco e, se non fosse morto di tumore, lo avrebbero ucciso poco dopo il Parkinson e le altre malattie. La buonanima prendeva certi farmaci che lo avevano fatto impazzire. Chiamava al telefono i generali e urlava ordini credendosi Napoleone. Per fortuna l’uomo che oggi si aggira per il Cremlino è un sosia, uguale come una goccia d’acqua. Il leader cinese Xi Jinping, quando è stato a Mosca, gli ha detto: “Caro amico, sei il mio imitatore preferito. Anche mia moglie ti ammira tanto”. In definitiva i giornali ci forniscono un quadro serio e costante nel tempo. La vicenda del fu Putin e dell’uomo che gli somiglia mi ricorda lo sketch in cui Totò diceva a un amico: “Ieri ho incontrato un tizio che appena m’ha visto m’ha detto: ‘Pasquale, sei una fetenzia’ e m’ha tirato un ceffone. E io ridevo, ridevo… E lui: ‘Pasquale, sei una schifezza d’ommo’ e giù un’altra sberla. E io ridevo, ridevo…”. Scusa, ma perché ridevi? “Perché io mica mi chiamo Pasquale. Chissà per chi mi ha preso”.

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