Putin porta l’inferno in Ucraina: Kiev brucia nel silenzio di Usa e Ue

Putin scatena l'inferno sull'Ucraina e Zelensky sbotta: "Dalla Russia atti terroristici, Usa e Ue non possono fare finta di nulla"

Putin porta l’inferno in Ucraina: Kiev brucia nel silenzio di Usa e Ue

Da un lato, i negoziati per il cessate il fuoco sono in stallo; dall’altro, la brutale offensiva russa che, complice il silenzio e la disattenzione dell’Occidente, continua a seminare morte e distruzione in tutta l’Ucraina. Malgrado tre anni di duri combattimenti, la pace tra Mosca e Kiev sembra nuovamente allontanarsi sotto le bombe di Vladimir Putin, che ieri hanno letteralmente seminato il panico nell’ex repubblica sovietica, con ben 440 droni – e almeno 31 missili – abbattutisi su 34 città ucraine. Da Kiev a Odessa e da Zaporizhzhia a Mykolaiv, quella appena trascorsa è stata una delle giornate più dure e tragiche dell’intero conflitto.

Che le cose stiano così lo ha confermato, in un video pubblicato su Telegram, il sindaco di Kiev, Vitalij Klyčko, secondo cui, a seguito dei bombardamenti, “il numero delle vittime nella capitale è in aumento. Attualmente sono 55. Più di 40 persone sono state trasportate nelle strutture mediche cittadine. Non si hanno ancora informazioni precise sui feriti, mentre i soccorritori stanno lavorando sul campo”. Un bilancio che, secondo il primo cittadino della capitale ucraina, potrebbe addirittura aggravarsi, visto che ci sono almeno 14 dispersi che si troverebbero sotto le macerie.

Putin scatena l’inferno sull’Ucraina e Zelensky bacchetta gli alleati: “Dalla Russia atti terroristici, i leader Usa e Ue non possono più fare finta di nulla”

Un’ondata di attacchi che ha fatto infuriare il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, secondo cui “Kiev ha affrontato uno degli attacchi più orribili. Inoltre, sono state colpite le regioni di Odessa, Zaporizhzhia, Chernihiv, Zhytomyr, Kirovohrad, Mykolaiv”. Bombardamenti “illegali” che, per il leader di Kiev, hanno causato la devastazione “di numerosi edifici civili in otto distretti di Kyiv”. “Questi attacchi sono puro terrorismo. E il mondo intero, gli Stati Uniti e l’Europa devono finalmente reagire come farebbe una società civile nei confronti dei terroristi”, ha tuonato Zelensky.

Cercando di riportare l’attenzione degli alleati sul dossier ucraino, ha aggiunto che è necessario prendere atto che “Putin agisce in questo modo semplicemente perché può permettersi di portare avanti la guerra. Vuole che la guerra continui. È inaccettabile che i potenti di questo mondo chiudano gli occhi. Siamo in contatto con tutti i partner a ogni livello possibile per garantire una risposta adeguata. Devono essere i terroristi a provare dolore, non persone innocenti e pacifiche”.

Tra Bruxelles e Washington è frattura

Un grido disperato che, anziché rinsaldare i legami del traballante Occidente, sembra aver ottenuto l’effetto opposto. Il presidente francese, Emmanuel Macron, commentando gli ultimi brutali attacchi di Putin, ha chiesto ai leader occidentali di “andare molto oltre con le sanzioni” per piegare definitivamente l’economia russa. Sulla stessa linea anche il premier del Regno Unito, Keir Starmer, secondo cui Londra “sta finalizzando un ulteriore pacchetto di sanzioni”, auspicando “la collaborazione di tutti i nostri partner per comprimere le entrate energetiche della Russia e ridurre i fondi che possono destinare alla loro guerra illegale”.

Peccato che il presidente americano, Donald Trump, non la pensi affatto come i suoi omologhi europei e, da Washington, abbia di fatto gelato l’intera Ue: “L’Europa ci chiede di imporre altre sanzioni”, ma Bruxelles “ancora non ha fatto nulla di concreto”. Per questo, con aria di sfida, ha dichiarato che, se vogliono irrigidire le già alte sanzioni, devono “farlo prima loro” e poi si vedrà. Parole che qualcuno potrebbe scambiare per un’apertura a misure congiunte, ma così non è. A spiegarlo è stato lo stesso tycoon, che ha fatto notare come “le sanzioni costano molti soldi, miliardi e miliardi di dollari” e che gli Stati Uniti non vogliono sobbarcarsi ulteriori costi.