Quanta energia per il marito della Severino. Doppio ruolo in Edison e Acea, in odore di conflitto

di Stefano Sansonetti

La battuta, in questi giorni, è circolata senza soluzione di continuità. “Certo che l’energia non gli manca”, hanno ripetuto gli addetti ai lavori con massicce dosi di sarcasmo. Il riferimento è a Paolo Di Benedetto, classe 1947, un passato da commissario della Consob e un presente a dir poco dinamico. Ma soprattutto marito di Paola Severino, avvocato dalla sterminata clientela Vip nonché ministro della giustizia, in questi giorni addirittura inserita tra i candidati alla presidenza della repubblica. Ebbene, nei giorni scorsi Di Benedetto è entrato come indipendente all’interno del consiglio di amministrazione di Edison, il colosso dell’energia passato tempo fa sotto il controllo dei francesi di Edf (Électricité de France). Un comunicato della società, datato 22 marzo 2013, informa che il cda, nel provvedere al rinnovo dei comitati interni, ha nominato Di Benedetto nel comitato controllo e rischi, nel comitato remunerazioni (di cui è presidente) e nel comitato indipendenti. Non c’è che dire, una serie di ruoli di indubbio rilievo. Che il marito della Severino, però, si troverà a cumulare con la poltrona di consigliere di amministrazione di Acea, multiutility romana che sempre di energia si occupa. In quest’ultima società, controllata dal comune di Roma, Di Benedetto era già consigliere di amministrazione, ma il suo nome è stato riproposto qualche giorno fa sempre come espressione di Francesco Gaetano Caltagirone, azionista pesante di Acea. Il costruttore-editore, e il suo uomo di fiducia in queste partire, ovvero Fabio Corsico, hanno deciso di continuare a puntare sul marito del ministro. La conclusione, in ogni caso, è che adesso Di Benedetto si trova con un piede in due scarpe, dal momento che Edison e Acea di fatto si trovano a operare come aziende anche concorrenti nel settore dell’energia. Una comunicazione del 22 marzo scorso di Transalpina di Energia, ovvero la scatola attraverso la quale Edf controlla Edison, dà conto di come il consorte del ministro della giustizia abbia sottoscritto una dichiarazione in cui attesta “l’inesistenza di cause di incompatibilità, ineleggibilità o decadenza previste dalle applicabili disposizioni di legge”. E attesta anche di possedere tutti i requisiti di indipendenza previsti per il caso.
La Notizia ha chiesto a Edison se la presenza di Di Benedetto nei due cda possa creare qualche imbarazzo. “La società si era posta il problema”, hanno fatto sapere dall’azienda, “e ha avuto il parere di un eminente guirista nel campo del diritto commerciale che ha escluso l’ipotesi di un conflitto d’interessi. Edison, di fatto, produce energia, mentre Acea si occupa di distribuzione”. Pur registrando tale posizione, però, appare un po’ ostico negare che le due società possano trovarsi a operare sugli stessi terreni in condizioni di concorrenza.

Il rapporto con Caltagirone
Sullo sfondo si staglia nettamente il rapporto tra gli illustri coniugi e Caltagirone. Innanzitutto va detto che Di Benedetto siede anche nel cda di Cementir, società del gruppo. Ed è appena il caso di ricordare come il ministro di professione faccia l’avvocato. E che avvocato. E’ ancora scolpita nella memoria la sua dichiarazione dei redditi 2011 per un totale di 7 milioni di euro. Ebbene, proprio nei panni di principe del foro, anni fa, la Severino ha avuto modo di difendere il costruttore-editore nell’inchiesta di Perugia su Enimont. Per non parlare di come Pier Ferdinando Casini, genero oggi caduto un po’ in disgrazia di Caltagirone, abbia provato negli anni scorsi a portare la Severino al Csm come vicepresidente.
Operazione sempre fallita con riferimento all’attuale ministro, ma riuscita con l’Udc Michele Vietti. Tra gli altri clienti celebri dall’avvocato Severino spiccano Romano Prodi, nel processo sulla vendita Cirio, il legale della Finivest Giovanni Acampora, nel processo Imi-Sir, e Cesare Geronzi per il Crac della Cirio.

@SSansonetti