Quanta voglia di mare per le toghe

Di Francesco Grignetti per La Stampa

Quale potrebbe essere la soluzione per uscire dall’impasse sulla questione delle ferie per i giudici, ancora non è deciso. Il ministro Andrea Orlando, Pd, è però rimasto stupito dall’enfasi con cui è stata accolta la sua disponibilità a trovare una soluzione. Di una «diversa modulazione» dei tagli aveva già accennato giovedì scorso, al termine dell’incontro con l’Anm.

Ieri ne ha parlato anche con il viceministro Enrico Costa, Ncd, che ha voluto capire di persona se effettivamente il governo stava preparando un’umiliante retromarcia. Ed ecco qual è il commento di Costa: «Non c’è e non ci sarà alcuna retromarcia. Si tratta di una norma, inserita in un provvedimento organico, finalizzata a rendere più rapida la risposta di giustizia e non c’è alcuna ragione per tornare indietro».

La dichiarazione di Costa, soppesata fin nelle virgole, è ciò che secondo i piani alti del governo serve per tagliare corto. Sia nei confronti delle opposizioni, che ieri avevano già iniziato a tambureggiare, sia per il «fuoco amico» di gente come Fabrizio Cicchitto, che era ricorso al sarcasmo («Orlando deludente: al primo accenno di avvisi di garanzia sta facendo marcia indietro sulle ferie dei magistrati»).

Così Costa precisa: «E’ evidente che molti organi di informazione hanno dato una lettura fuorviante delle parole del ministro». Una retromarcia è esclusa. Qualcosa accadrà, comunque, nel corso della conversione del decreto. In quell’occasione, un annunciatissimo emendamento del governo cambierà i meccanismi del taglio. Si ragiona ad esempio sui cosiddetti «termini feriali» e sull’incastro con i giorni effettivi di ferie.

Dice il sottosegretario Cosimo Ferri, un magistrato prestato alla politica: «Cerchiamo di superare le polemiche e di trovare soluzioni efficaci; la mia personale proposta è quella di prevedere nel periodo feriale (secondo il decreto: dal 6 al 31 agosto, ndr) la sospensione dei termini per il deposito delle motivazioni, per consentire così che le ferie godute dai magistrati siano effettive. Possono essere inoltre garantiti rimedi compensativi in caso di turni domenicali e notturni».

Ferri propone poi di rompere un tabù: «Si potrebbe prevedere un aumento delle ferie in ragione del merito, come per altre categorie. L’importante per il governo è fare le riforme e dare ai cittadini una giustizia nuova e moderna». Anche se la proposta di «rimodulazione» non è stata formalizzata, e quindi mai sottoposta a confronto, l’Anm potrebbe starci su un meccanismo del genere. E così gli avvocati.

L’Organizzazione unitaria dell’avvocatura ha appena esaminato il decreto e il parere è largamente lusinghiero, ma sul punto delle ferie questa è la loro richiesta: «Pur apprezzando l’intervento sulla riduzione delle ferie per i magistrati, sarebbe opportuno prevedere che la sospensione feriale dei termini processuali non sia inferiore a 31 giorni (1-31 agosto), con ciò realizzando una equivalenza rispetto alla durata delle predette ferie». In pratica, la richiesta che viene dalla base è chiudere i battenti della giustizia ad agosto. Tribunali sbarrati, tutti in vacanza, e fermare gli orologi. Salvo le urgenze, ma questo è ovvio.