Quanto soffrono le banche

dalla Redazione

Le sofferenze bancarie nel mese di dicembre 2013 hanno superato quota 150 miliardi e sono arrivate a 155,852 miliardi di euro. E’ il dato provvisorio pubblicato da Banca d’Italia nel bollettino statistico su indicatori monetari e finanziari diffuso oggi. Nel mese di novembre la quota delle sofferenze era a 149,602 miliardi. A dicembre –  spiega l’Istituto di Via Nazionale – il tasso di crescita sui  12 mesi dei depositi del settore privato e’ risultato pari al 2,3 per cento (6,1 per cento a novembre). La raccolta obbligazionaria e’ diminuita dell’8,3 per cento sui dodici mesi (-7,3 per cento a novembre). Per quanto riguarda le sofferenze, il tasso di crescita sui 12 mesi e’ risultato pari al 24,6 per cento (22,7 per cento a novembre).

I tassi d’interesse sui finanziamenti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono stati pari al 3,80 per cento (3,86 per cento a novembre); quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo all’8,69 per cento (9,20 per cento a novembre). I tassi d’interesse sui nuovi prestiti alle societa’ non finanziarie di importo fino a 1 milione di euro sono risultati pari al 4,36 per cento (4,38 nel mese precedente); quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia al 2,82 per cento (2,76 per cento a novembre). I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,97 per cento.

Ghizzoni (Unicredit): un problema da affrontare con decisione

Per l’Ad di Unicredit “è tempo che le banche affrontino in maniera decisa il problema delle sofferenze e noi lo faremo. E’ probabile, poi, che cominci a prospettarsi una nuova fase di aggregazioni soprattutto tra banche di medie dimensioni. In Unicredit non abbiamo l’obiettivo di aggregare altre banche”.  Secondo Ghizzoni, “per Unicredit il trend si sta stabilizzando: da quasi 12-15 mesi si cresce a ritmi decrescenti, trimestre dopo trimestre, e quindi penso che il dato si stabilizzi entro la meta’ 2014”. Circa la situazione di Carige, alle prese con un aumento di capitale, Ghizzoni ha affermato che “noi vogliamo crescere perché siamo in grado di farlo, perché abbiamo risorse, capitali, liquidità, dimensioni, e una presenza internazionale forte da offrire alla nostra clientela. Non mi auguro certo di crescere perché qualcun altro può essere in difficoltà. Andiamo avanti su questa strada perché crediamo in noi e non perché ci sono problemi, se ci sono, in altre banche”.

I consumatori: non paghi lo Stato

Per Adusbef e Federconsumatori “l’aumento esponenziale di sofferenze ed incagli, non e’ addebitabile esclusivamente alla crisi sistemica seppur generata dai banchieri, ma in massima parte ad una gestione del credito spesso clientelare, che nega piccoli fidi a platee vaste di richiedenti per erogare decine di miliardi di euro privi di garanzie reali, ai soliti amici, come insegnano i casi di scuola di Zalesky, Zunino, Ligresti, che dovrebbero perfino interessare le Procure della Repubblica per violazione al codice penale per “incauti affidamenti””.
Adusbef e Federconsumatori, “preoccupate per l’azione di un governo sempre pronto e disponibile ad assecondare tutte le richieste di banche, banchieri e Bankitalia, chiedono di chiarire bene a consumatori e famiglie, strozzate dalla crisi, il vero significato del progetto del governatore della Banca
d’Italia Ignazio Visco, il quale, con la usuale scusa di  liberare risorse da utilizzare per il finanziamento dell’economia, vuole rifilare l’ennesima patacca agli  italiani”. “Non è più possibile – concludono le due organizzazioni dei consumatori – tollerare operazioni di vera e propria regalia a banche e banchieri, come il prestito Bce di 278 miliardi di euro al tasso dell’1%, che invece di finanziare l’economia reale, finisce per essere inghiottita nei buchi neri, solo per coprire operazioni di bilancio o acquistare titoli di Stato, che non rientra tra le principali attività creditizie”.