dalla Redazione
Sette ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite nei confronti di soggetti ritenuti contigui alla cosca di ‘ndrangheta Bellocco, che opera nella Piana di Gioia Tauro, nel Reggino. Tra loro c’è un magistrato, Giancarlo Giusti, già sospeso dalle funzioni perché coinvolto in una precedente vicenda giudiziaria. I destinatari dei provvedimenti restrittivi sono accusati, a vario titolo, di corruzione in atti giudiziari aggravata dall’art.7 e di concorso esterno in associazione mafiosa. Le indagini dell’operazione sono state dirette dal sostituto procuratore distrettuale della Procura della Repubblica di Catanzaro Vincenzo Luberto, con il coordinamento del procuratore capo Vincenzo Antonio Lombardo e del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli. Nei confronti del magistrato sono stati disposti gli arresti domiciliari. Ex gip del Tribunale di Palmi, Giusti era già sospeso dalle funzioni in quanto era stato coinvolto nel 2011 nell’operazione della Dda di Milano contro i Valle-Lampada, con l’accusa di corruzione. Il giudice Giusti era stato condannato dal gup di Milano a 4 anni di reclusione il 27 settembre 2012 ed il giorno successivo aveva tentato il suicidio nel carcere milanese di Opera in cui era detenuto. Soccorso dalla polizia penitenziaria, era stato poi ricoverato in ospedale in prognosi riservata. Successivamente aveva ottenuto gli arresti domiciliari. Giusti, dal 2001 giudice delle esecuzioni immobiliari a Reggio Calabria e poi dal 2010 gip a Palmi, era stato arrestato per corruzione aggravata dalle finalità mafiose il 28 marzo 2012 nell’ambito di una inchiesta della Dda di Milano sulla presunta cosca dei Valle-Lampada e, in particolare, in un filone relativo alla cosiddetta “zona grigia”.