Quel sottogoverno inciucista che assomiglia a un Tetris

di Alessandro Ciancio

Più che a un Risiko assomiglia piuttosto a un complesso Tetris. La difficile trattativa per la scelta dei nuovi viceministri e sottosegretari, affidata dal premier Enrico Letta a Dario Franceschini, non è ancora formalmente entrata nel vivo ma non crediate a quanti sostengono che il confronto sarebbe per il momento incentrato sulla conta delle poltrone da assegnare in quota a ciascun partito inciucista. I nomi dei candidati eccellenti circolano, eccome se circolano.

Girandola frenetica
Ventiquattro ore dopo le nostre prime anticipazioni, si rafforzano ad esempio le chance dei due candidati più significativi di Scelta Civica per un posto di sottogoverno: il senatore Benedetto Della Vedova sembra destinato a un ministero economico mentre l’imprenditrice Ilaria Borletti Buitoni è a un passo dalla carica di viceministro dei Beni Culturali. In via del Collegio Romano viene data per quasi certa anche la promozione a sottosegretario del giovane e potente capo di gabinetto Salvatore Nastasi. Parlano a suo favore un prestigioso curriculum (ha lavorato con ministri di tutti i colori politici, da Francesco Rutelli a Lorenzo Ornaghi) e l’indubbia conoscenza dei complessi meccanismi che muovono il dicastero con la più vasta estensione territoriale. In caso di mancata nomina potrebbe comunque consolarsi con un incarico forse ancora più prestigioso: quello di sovrintendente alla Scala di Milano.
Grande girandola di nomi in casa Pdl. Salgono prepotentemente le quotazioni di Enrico Costa, figlio del ministro liberale e da tempo impegnato sui temi della giustizia: lo attenderebbe una poltrona da sottosegretario in via Arenula. Deve però guardarsi in casa da un’altra autorevole pretendente al ruolo: l’ex sottosegretario Jole Santelli. Più in generale, in casa azzurra scalpitano anche le legittime ambizioni di Francesco Giro, Luigi Casero, Antonio Leone e Francesco Paolo Sisto. Al ministero dell’Ambiente sembra invece fatta per il leader di Legambiente Ermete Realacci mentre stabili rimangono le quotazioni dell’ex ministro del Turismo (e fervente animalista) Michela Vittoria Brambilla.
Per quanto riguarda il ministero dell’Economia continuano intanto a salire le probabilità di un ruolo di sottosegretario per Giovanni Legnini e Pier Paolo Baretta (entrambi in quota Pd) nonché per Alberto Giorgetti (Pdl). Al Lavoro prendono quota le candidature dell’economista Carlo Dell’Aringa (Pd), dell’ex governatrice del Lazio Renata Polverini (Pdl) e dell’ex ministro Cesare Damiano (Pd). Il fedelissimo lettiano Francesco Boccia sembra invece doversi rassegnare a un ruolo parlamentare: troppo ingombrante e vistosa risulterebbe la sua convivenza al governo con la compagna Nunzia De Girolamo, neoministro delle Politiche Agricole. Al Viminale danno invece per molto probabile il ritorno dell’ex dalemiano Marco Minniti (Pd) anche se vi è chi è pronto a giurare su una new entry come Emanuele Fiano, responsabile sicurezza del partito. Molti altri esponenti del Pd stanno in queste ore tentando di saltare sul treno delle nomine: Lapo Pistelli (Esteri), Roberta Agostini (Comunicazioni), Emanuele Fiano (Interni) e soprattutto la neodeputata di stretta osservanza Paola De Micheli (Sviluppo Economico).
Molte altre giovani promesse della politica sembrano invece ancora in bilico tra l’ascesa ai ranghi governativi e un mesto pellegrinaggio nelle trasmissioni televisive della mattina: tra queste le deputate Annagrazia Calabria (Pdl), Marianna Madia (Pd) e Michaela Biancofiore (Pdl).