Quella scuola fallita che lascia indietro i più deboli

di Astrid Nausicaa Maragò

Il quotidiano La Notizia si è già occupato dei risvolti drammatici che gli ulteriori tagli agli insegnanti di sostegno annunciati dal Miur comporterebbero, come anche degli effetti nocivi che avrebbero sulla qualità stessa dell’insegnamento all’interno del nostro sistema scolastico. Questi tagli dovrebbero essere effettuati in vista del prossimo mese di settembre, ma non è questo il primo colpo assestato dalla spending review alle cattedre di sostegno. Per ottenere l’affidamento di un bambino ad un insegnante specializzato bisogna infatti fare i salti mortali e superare un labirinto burocratico. Accade così che un bambino di soli sei anni, con difficoltà di apprendimento, possa essere bocciato in prima elementare. Il fatto è successo in una scuola del veneziano, e il motivo della mancata ammissione alla classe seconda è che il piccolo durante l’anno scolastico non è stato assistito come necessitava, perché per via dei tagli imposti dalla spending review non era disponibile un aiuto nella sua classe. Durante il corso delle lezioni è stato quindi seguito dall’insegnante curricolare che aveva in carico l’intera classe di 22 piccoli alunni, ma la maestra non ha potuto fare altro che investire della questione fin dall’inizio dell’anno scolastico i genitori. Purtroppo però, la madre e il padre del bambino si trovavano nel bel mezzo di un litigioso divorzio che certamente non ha contribuito alla sua tranquillità emotiva. Così ha progressivamente mostrato poca attenzione e attitudine all’apprendimento delle nozioni scolastiche basilari come anche alla socializzazione e al gioco con gli altri compagni di classe. Davanti all’evidenza della situazione, e dal momento che i genitori non si trovavano in una posizione economica tale da poter prendere un tutor privato in grado di seguire il bambino (anche a seguito delle spese legali per la separazione in corso), si è imposta la necessità di fare richiesta per ottenere un insegnante specializzato nel sostegno. Ma la pratica, presentata all’azienda Ulss12 veneziana nel mese di novembre, è stata definita soltanto nello scorso mese di maggio, a due settimane dalla fine dell’anno scolastico, quando ormai non c’è stato più nulla da fare per il piccolo. La pagella recita che il bimbo non è risultato idoneo ad essere ammesso alla seconda elementare perché “non al passo” con gli altri alunni. Ma in realtà a meritare la bocciatura stavolta è la scuola italiana.

@astridnausicaa