Raccolta firme digitali: la piattaforma nazionale non decolla. Il progetto di Colao doveva partire a gennaio, ma manca ancora il decreto

La piattaforma per la raccolta firme digitali ancora non c’è. Con buona pace della promessa di rilascio entro il primo gennaio del 2022.

Un ritardo che si avvia a raggiungere i due mesi. Ed è destinato ad aumentare, trascinandosi almeno fino a inizio aprile, causa rimpallo di responsabilità. La piattaforma nazionale per la raccolta firme digitali ancora non c’è. Con buona pace della promessa di rilascio entro il primo gennaio del 2022.

In tempi di discussione sul referendum, proposti attraverso le sottoscrizioni online, ritorna in mente una promessa del ministro dell’Innovazione, Vittorio Colao, che al momento non è stata mantenuta. E dire che le firme digitali furono accolte come una piccola grande rivoluzione nei mesi scorsi, grazie a un emendamento, a firma di Riccardo Magi, approvato alla Camera all’interno del decreto semplificazione. Le firme online hanno infatti spinto i quesiti delle consultazioni, poi bocciati dalla Corte costituzionale, su cannabis ed eutanasia legale. Da qui l’idea di un portale pubblico.

“Il Ministro ha confermato che entro il 1° gennaio 2022, come previsto dalla legge, verrà sviluppata, testata e rilasciata una Piattaforma sicura e integrata con l’anagrafe nazionale della popolazione residente”, scriveva il dipartimento di Palazzo Chigi, il 3 giugno, in una nota pubblicata dopo l’incontro con i vertici dell’associazione Luca Coscioni. Era un impegno con una scadenza precisa, in cui è stato descritto anche l’aspetto tecnico.

“La piattaforma – spiegava il testo del ministro – permetterà di sottoscrivere le proposte referendarie, previo accesso remoto sicuro mediante Spid o Ciò, con la contestuale validazione temporale delle sottoscrizioni. La piattaforma, sviluppata da Sogei, consentirà di digitalizzare l’intero processo ‘end-to-end’ tramite l’integrazione informatica dell’Anagrafe e delle liste elettorali”.

Il nuovo anno è arrivato e alla metà di febbraio non c’è stata alcuna novità. Secondo quanto apprende La Notizia lo strumento sarà disponibile tra la fine di marzo e l’inizio del mese di aprile. “La piattaforma è già stata realizzata e sarà attiva non appena sarà terminato l’iter del decreto di regolamentazione”, spiegano fonti del ministero di Colao. Il testo deve essere infatti sottoposto al parere del ministero della Giustizia e del garante della privacy.

Al momento l’operazione della raccolta firme digitali è possibile sul sito gestito da ItAgile e TrustPro, due società private. Sul portale risultano in corso varie campagne, come la proposta di legge di iniziativa popolare ribattezzata Next generation tax. L’iniziativa è stata lanciata da Sinistra italiana con Nicola Fratoianni, per una patrimoniale sulle grandi ricchezze. L’obiettivo è portare la pdl in Parlamento per una discussione in Aula. Un altro progetto simile è Cittadin3 per il clima, promosso dagli ecologisti di Eumans e del comitato promotore politici per caso.

I referendum proposti sono invece vari: da quello per il sì al matrimonio egualitario all’abrogazione della caccia. Ma c’è anche la campagna di Fratelli d’Italia per una riforma costituzionale presidenzialista. Da destra a sinistra, un le sottoscrizioni online piacciono a tutti. E la segretaria ed ex deputata di Possibile, Beatrice Brignone, indica un ulteriore elemento: “La piattaforma consentirebbe a tutti di presentare le liste con trasparenza, in modo certificato, senza necessità di controlli successivi, spesso poi inutili. Insomma, un accesso più facile alla politica”.

Il pezzo centrale del ragionamento resta l’incentivo alla partecipazione popolare. “C’è chi – aggiunge Brignone – continua a preferire che la politica rimanga un circolino chiuso, con accesso limitato e deciso da un pugno di persone, un privé, insomma. Così a votare vanno sempre meno persone. E meno persone votano, più è difficile che in Parlamento entri qualcosa di nuovo o di diverso”.