Raccontiamo dell’evento. Ed Expo sporge querela

di Gaetano Pedullà

I soldi per l’Expo sarebbero pochi, ma per querelare La Notizia li hanno trovati. Un annuncio di querela, per la verità, con una procedura anomala, che ha più il sapore di voler metterci il bavaglio che di chiedere conto di chissà quale diffamazione. La Notizia è un quotidiano d’inchiesta, tipologia d’informazione tradizionalmente indigesta a chi ha scheletri nell’armadio. Inchieste che invece sono apprezzate e stimolate da quegli amministratori che hanno a cuore prima di tutto il bene delle loro aziende. Soprattutto se queste gestiscono denaro pubblico.

A Expo 2015 Spa evidentemente questo amore per la trasparenza e il dialogo con chi racconta l’evento non sono di casa. E dunque, aver evidenziato che mancano ancora importantissime adesioni, compresa quella di un Paese centrale come gli Stati Uniti d’America, è sufficiente per accusarci di “disinformare” e “manipolare strumentalmente” i fatti.

Poiché questo giornale nemmeno si sogna di disinformare e manipolare alcunché, ma al contrario rivendica il diritto d’informazione prima ancora che di critica, pubblichiamo nella loro interezza – può esistere trasparenza maggiore? – la lettera inviataci giovedì sera dallo studio dell’avvocato Guido Camera. Così come informiamo che a questo punto, per necessità di tutelarci, siamo costretti a inviare copia di questa pagina ed evidenziarne il contenuto al Ministero dell’Interno, al Ministero dell’Economia, alla Presidenza della Regione Lombardia, al Comune di Milano, alla Provincia di Milano, ai quotidiani e alle principali agenzia di stampa.

Non facciamo troppi commenti – e ce ne sarebbero! – ma segnaliamo tre cose ai nostri lettori.

La prima è che finché saremo in piedi non ci faremo mettere alcuna sordina. Se Expo troverà un solo magistrato disposto a sottoscrivere che esiste un “obiettivo informativo inammissibile” ne discuteremo in tribunale. Per noi l’informazione è sempre ammissibile. E stupisce profondamente che ci sia qualcuno disposto a sostenere il contrario.

La seconda considerazione è che Expo ha in bilancio una cifra importantissima, forse è possibile dire anche enorme, per la comunicazione. Bene, dopo l’articolo del nostro giornale, in data 28 marzo 2013, in cui si evidenziava fortemente – nella prima pagina – la criticità di alcune adesioni all’evento, dal certo non minuscolo ufficio stampa di Expo non si è sentito nemmeno il bisogno di fare una telefonata, di inviare una mail o un fax al direttore per presentare una diversa visione delle cose, spiegare i fatti, negare – se mai fosse possibile – che gli Stati Uniti (e non sono i soli) non hanno ancora aderito alla manifestazione. Il primo contatto dell’Expo è la lettera che vedete sopra. Ma forse i comunicatori dell’evento e i loro strapagati consulenti hanno troppo altro da fare. Meglio chiamare gli avvocati. A proposito: ma questi avvocati come sono stati selezionati? Hanno vinto una gara pubblica? O forse a Milano non c’era nessun altro interessato a collaborare anche gratis con l’evento?

La terza considerazione è dunque sul metodo complessivo e la piega che sta prendendo l’organizzazione dell’Expo. E qui da giornalisti poniamo limpidamente alcune domande. L’amministratore delegato ha chiesto più poteri perchè ci sono delle difficoltà (e dunque basterebbe solo questo per giustificare il servizio del nostro come di altri giornali). Questa richiesta di poteri speciali è adeguata a un evento programmato e previsto da anni? Attenzione: qui si rischia di rivedere un film già visto. O ci siamo dimenticati le vicende della cricca che assegnava gli appalti milionari della Protezione civile ad amici e amici degli amici senza nessun controllo?

Ecco, questa è la questione signori amministratori di Expo e soprattutto signori amministratori pubblici che guidate le grandi istituzioni chiamate a decidere e vigilare sulla gestione dell’Esposizione universale. Una grandissima opportunità per l’Italia, ma anche una grandissima vetrina dietro la quale non è possibile fare una nuova brutta figura in mondovisione. Il giornalismo, quello serio, non ha altro scopo che informare e stimolare la riflessione su temi come questi. La Notizia giornale.it è nata per questo motivo. E dopo aver pubblicato oltre un centinaio di servizi su altrettante vicende illegali o chiaramente inopportune se non scandalose – servizi in moltissimi casi ripresi da grandi quotidiani di carta e on line – oggi abbiamo preso la nostra prima querela (o perlomeno annuncio di querela). Complimenti a Expo, ai suoi dirigenti e ai suoi avvocati.