Rackete in faccia a Macron. La Capitana sbugiarda la Francia. La Sea Watch aveva chiesto di sbarcare a Marsiglia ma l’Eliseo non ha neanche risposto all’Ong

Tutti ricorderanno lo scontro nel pieno del caso Sea Watch 3 in campo diplomatico tra i vari Paesi europei, con l’Unione europea che assisteva senza muovere un dito. Mentre i 53 migranti soccorsi dalla capitana Carola Rackete erano in attesa di capire quale sorte avrebbe toccato loro, in campo europeo si assisteva a un duro scontro istituzionale. Nel pieno di quell’emergenza, il 2 luglio scorso, la portavoce del Governo francese, Sibeth Ndiyaye, intervistata da Bfm-Tv, ebbe a dire: il comportamento del vicepremier e ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini “non è accettabile”. E ancora: l’Italia non è stata “all’altezza del compito”.

Dichiarazioni a cui, ormai, siamo abituati visto lo scontro esplicito tra Emmanuel Macron e il Governo gialloverde. E, in quel caso, in tanti si sono detti d’accordo con l’Eliseo, considerando che la rigorosità di Salvini aveva portato, incredibilmente, a tenere “prigionieri” per più di due settimane oltre 50 persone a bordo di una nave, senza che venisse offerta loro la possibilità di sbarcare. Sappiamo bene poi com’è andata a finire: la Rackete ha deciso di disobbedire alla legge italiana, portando – finalmente – quei disperati in salvo sulle coste di Lampedusa. Quello che, però, fino ad oggi non si sapeva – e che rimette tutto in discussione su responsabilità e negligenze – è che la Sea Watch 3, prima di forzare la mano in Italia, aveva inviato una richiesta per portare i migranti al porto di Marsiglia. Una richiesta a cui le autorità francesi neanche hanno risposto. A dirlo è stata la stessa Rackete in un’intervista rilasciata al giornale francese Le Nouvel Observateur.

TUTTO TACE. Nella lunga intervista pubblicata dal quotidiano, Carola Rackete ribadisce di aver chiesto diverse autorizzazioni di attracco: Malta, Germania e Francia. La risposta che, però, la Ong si è vista arrivare è stato il silenzio. Nulla di nulla. “Avevamo contattato il porto di Marsiglia per sapere se potevamo attraccare. La richiesta è stata inoltrata al prefetto, fino al Presidente della Repubblica, mi è stato detto. Ma nessuna risposta è mai arrivata”. Insomma, neanche la dignità di un “no” come risposta dalla Francia. Anche se appare plausibile che la “non-risposta” sia essere imputabile alla volontà di non aprire i propri porti senza farlo sapere.

SCONTRO INFINITO. Ed è qui che si rivela, ancora una volta, tutta l’ipocrisia del Governo francese. Sempre pronto a indirizzare critiche, anche molto piccate, senza offrire soluzioni e pur godendo di trattamenti di favore in ambito europeo rispetto all’Italia. Non è la prima volta, d’altronde, che dall’Eliseo arrivano attacchi al nostro Governo. Si ricorderà, ad esempio, quando a febbraio l’Eliseo decise di richiamare in patria l’ambasciatore. Una mossa senza precedenti che era il culmine di uno scontro quotidiano. Pochi giorni prima, per dire, Macron aveva detto: “Di Maio e Salvini? L’Italia merita altri leader”. Ecco. Sarà per alcuni anche vero. Ma forse anche la Francia merita altri leader. Se non altro meno ipocriti e falsi.