Rai, per Salvini la riforma non è una priorità. Ma il 9 agosto scatterà la procedura d’infrazione Ue per mancato recepimento della direttiva sull’indipendenza del servizio pubblico

Salvini congela la riforma Rai: "Non è una priorità". La replica M5S: "Rischio d'infrazione Ue". Intanto il Cda vara il nuovo giro di poltrone

Rai, per Salvini la riforma non è una priorità. Ma il 9 agosto scatterà la procedura d’infrazione Ue per mancato recepimento della direttiva sull’indipendenza del servizio pubblico

La riforma della Rai proposta da Forza Italia? “Non ne so nulla, non commento quello che non conosco e non mi sembra una priorità”. Parole del vicepremier Matteo Salvini, che così ha liquidato una bomba pronta a esplodere. Il vicepremier, infatti, non sa o forse fa finta di ignorare che entro l’8 agosto non solo dovrà essere messa in cantiere, ma dovrà anche essere approvata la legge di riforma Rai, a norma della direttiva europea sul Media Freedom Act. Altrimenti l’Italia andrà dritta, dritta in procedura di infrazione. Un rischio che, evidentemente, non tocca Matteo.

Floridia: “Paradossale che Salvini si disinteressi della riforma Rai”

“È paradossale che il vicepresidente del Consiglio si disinteressi del rischio concreto che l’Italia, dall’8 agosto, possa andare incontro a una procedura di infrazione europea, proprio su un tema centrale come l’indipendenza e il pluralismo del servizio pubblico”, ha commentato la presidente della commissione di Vigilanza Rai Barbara Floridia.

“In un momento in cui l’Europa chiede trasparenza e autonomia dai governi nella gestione dei media pubblici, Salvini liquida tutto con superficialità inaudita. Forse perché la vera priorità, per lui, restano le grandi opere inutili e costose come il Ponte sullo Stretto, non la qualità democratica dell’informazione in questo Paese. Tipico, da parte sua”, ha aggiunto.

I 5S: “Il vicepremier vuole solo spartirsi le poltrone”

Quella di Salvini è “una dichiarazione gravissima, che conferma l’irresponsabilità di chi siede ai vertici del governo e ignora consapevolmente l’appuntamento cruciale del prossimo 8 agosto”, hanno rincarato gli esponenti M5S in Commissione di Vigilanza. “L’Italia rischia una procedura d’infrazione, e Salvini cosa fa? Se ne lava le mani”, continuano i pentastellati, “La verità è semplice: a lui e alla sua maggioranza interessa solo continuare a spartirsi le poltrone della Rai. La proposta di Forza Italia è l’ottava depositata in Commissione ed è ormai evidente che ci sono i numeri per partire”. Gli M5s sottolineano poi “l’assenza – guarda caso – di Fratelli d’Italia”, che “resta un’anomalia politica gravissima. Serve subito un comitato ristretto che porti a un testo base condiviso, senza più alibi né rinvii. L’Italia non può più permettersi di restare ostaggio dei veti e dei silenzi di chi, come Salvini, preferisce difendere i propri interessi politici piuttosto che tutelare la democrazia e l’informazione pubblica”, concludono.

Marano non è in conflitto di interessi, parola di viale Mazzini

Riforma a parte, ieri è stato anche il giorno del Cda Rai, chiamato a ratificare nomine e poltrone. Non solo, i consiglieri dovevano affrontare anche il “caso Marano”, ovvero il potenziale conflitto di interessi del consigliere anziano (facente funzioni di presidente), che è anche direttore commerciale di Milano-Cortina. Ovvero il leghista riveste contemporaneamente la casacca del venditore dei diritti dei Giochi e quella del compratore dei medesimi.

Tuttavia in Rai tutto è possibile, e infatti ieri Marano “ha richiamato ad ogni effetto le attestazioni del competente organo aziendale (Responsabile per la prevenzione della corruzione) inerente l’assenza di conflitto d’interessi strutturali con riferimento alla sua posizione”, fa sapere la Rai. Inoltre, è stato anche spiegato che “il Cda opera nel pieno e legittimo esercizio delle proprie funzioni in coerenza con le norme statutarie e civilistiche”.

Una risposta alle voci di possibile nullità degli atti sottoscritti dal Cda, la cui regolarità è messa a rischio dal fatto che la presidente incaricata, Simona Agnes, non è mai stata ratificata dalla Vigilanza. E quindi non avrebbe i pieni poteri e quindi Marano non potrebbe prendere il suo posto. Una questione legale tutt’altro che sorpassata.

Giro di poltrone

Per il resto, il Cda ha ratificato gran parte dei nomi destinati alle poltronissime, a partire dalla fedelissima dell’Ad Giampaolo Rossi, la meloniana Immacolata Boccia, da ieri direttore dell’Ufficio Stampa. Nicola Rao plana invece alla direzione di Radio1 e della Testata Giornale Radio (e il suo posto alla Direzione Comunicazione va a Fabrizio Casinelli), dove sostituirà il pensionando Francesco Pionati, mentre Giovanni Alibrandi, già Vice Direttore della Direzione Approfondimento, è stato indicato alla Direzione di Radio 2, dove sostituirà Simona Sala. Lei, Sala, è l’unica rimasta senza scrivania, ma “l’Ad si è impegnato ad individuare una soluzione coerente con il suo profilo professionale”.

L’Ad Rossi incensa il lavoro dell’Ad Rossi

Infine l’ad Rossi è riuscito a elogiare il lavoro dell’Ad Rossi per la “crescita degli ascolti del servizio pubblico tra gennaio e maggio 2025”. In particolare l’Ad ha sottolineato la crescita del Tg1 delle 20, che è aumentato di 1,5 punti percentuali rispetto al 2024, attestandosi su un valore del 25,5%. Discorso analogo per il Tg1 delle 13.30 che si conferma ampiamente primo Tg di quella fascia oraria, in crescita di 3,4 punti rispetto a marzo 2024. Peccato che nel solo 2024 il Tg1 abbia perso il 3,6% rispetto al 2023, mentre nel quadriennio 2020-24 la perdita era stata del -23,3%.