Parte la rappresaglia contro Berlusconi. La corsa al Colle si mette male. Scatta la vendetta degli ex azzurri di Coraggio Italia. E il Cav a caccia di voti ne perde trenta in un colpo solo

Scatta la vendetta contro Silvio Berlusconi degli ex azzurri di Coraggio Italia. E il Cav a caccia di voti ne perde trenta in un colpo solo.

Parte la rappresaglia contro Berlusconi. La corsa al Colle si mette male. Scatta la vendetta degli ex azzurri di Coraggio Italia. E il Cav a caccia di voti ne perde trenta in un colpo solo

Una controffensiva, con Coraggio Italia, tutta interna al centrodestra per stoppare le ambizioni quirinalizie di Silvio Berlusconi. Proprio mentre lui va a caccia di voti. Uno scouting in versione molto strong tra i parlamentari senza un tetto politico. Alle porte c’è quindi una disfida tra ex compagni di partito che si tramuta direttamente in una vendetta trasversale.

DAMNATIO MEMORIAE. Una rappresaglia che si sta preparando dopo il comportamento assunto da Forza Italia contro Coraggio Italia (CI). Gli azzurri hanno di fatto estromesso CI da qualsiasi confronto nella coalizione. La scissione è stata vissuta come un intollerabile voltafaccia, la punizione è la damnatio memoriae. Il partito fondato dal sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, e dal presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, è ora pronto a far pesare i trenta voti a disposizione per l’elezione del Presidente della Repubblica.

Un gruzzolo niente male, specie per chi è consapevole di non avere numeri ampi per provare a scalare il Colle. Un duro colpo per Berlusconi impegnato a cercare proseliti nel gruppo Misto, soprattutto alla Camera, peraltro a quanto pare con metodi anche poco ortodossi. L’obiettivo non è certo un mistero: vuole a ogni costo i voti in vista della partita del Quirinale. “Chi vuole un favore, bisogna che lo chieda. Se poi invece si pensa di poter rinunciare al voto di trenta parlamentari facciano pure…”, dice a La Notizia il deputato di Coraggio Italia, Osvaldo Napoli, confermando che il benservito a Berlusconi è un’opzione sul tavolo.

“Ai vertici del centrodestra – aggiunge il parlamentare – Coraggio Italia non è mai stato convocato. Ne prendiamo atto. Ma attenzione: nel Vangelo si diceva di porgere l’altra guancia, poi le guance finiscono”. Napoli non rinnega i trascorsi da fedelissimo dell’ex presidente del Consiglio: “Non è in discussione il mio giudizio su Berlusconi, che non cambia. E c’è riconoscenza per quel che ha fatto. Ma qua si fa politica…”, aggiunge il parlamentare, che lascia aperto uno spiraglio: “Questo non significa che sicuramente non voteremmo Berlusconi. Ma c’è un proverbio che ammonisce ‘Aiutati che il ciel ti aiuta’…”.

Il “ciel” di Coraggio Italia è un gruppo alla Camera di 23 unità, sotto la guida di Marco Marin, più una componente di 7 senatori: in totale 30 Grandi Elettori. In CI, alla Camera, ci sono ex berlusconiani di ferro, come Napoli appunto, ma anche Cosimo Sibilia, l’ex pasionaria azzurra Micaela Biancofiore, e il toscano Stefano Mugnai. A rimpolpare il drappello figurano vari ex grillini, dal giornalista Emilio Carelli al furbetto del bonus Inps, Marco Rizzone. Al Senato Coraggio Italia vorrebbe lanciare un segnale di forza e arrivare alla costituzione di un altro gruppo: con 7 parlamentari, tra cui ex ministri del governo Berlusconi, come Paolo Romani, e Gaetano Quagliariello, al momento è possibile tenere in piedi solo una componente.

Nei giorni scorsi era in fase avanzata il dialogo con i senatori Ricardo Merlo e Andrea Causin per salire a 9 unità, una in meno della soglia dei 10. Brugnaro e Toti è quello vogliono tenere compatta la pattuglia parlamentare, per avere un peso specifico. Da Forza Italia non mancano certo corteggiamenti attraverso messaggeri appositamente inviati. Più che cercare il dialogo, infatti, la strategia forzista è quella di spaccare il partito di Brugnaro e Toti. E accettare qualche ritorno all’ovile, con tanto di magnanimo perdono. Per il Quirinale si fa questo e altro.