Re Giorgio a gamba tesa contro il governo Renzi

di Fausto Cirillo

L’inquilino del Quirinale è tornato a dettare tempi e contenuti della politica. Incurante del fatto che la Costituzione non menziona in alcun modo il ruolo di regista dell’azione di governo che da tempo ha deciso di interpretare. Ieri Giorgio Napolitano ha deciso di mettere le mani in avanti sulla spending review che il governo Renzi dovrebbe affrettarsi a mettere in cantiere se vuole trovare una parziale copertura finanziaria alle tante mirabolanti riforme annunciate. «Dovrebbe intervenire con capacità selettiva, il che però presuppone discorsi che ancora assai poco vengono fatti» ha intimato. Bisogna insomma considerare «quali sono le presenze realmente essenziali per l’interesse nazionale». Per il presidente della Repubblica «deve emergere una certa razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica» ma soprattutto «deve emergere un nuovo ordine di priorità». Infatti non basta «semplicemente assecondare un livello più basso di finanziamento pubblico». Bisogna anche vedere «le non priorità attuali» pur non rinunciando ad aggredire «le posizioni diventate quasi di rendita per tanti fruitori del finanziamento pubblico». Un presidente del Consiglio eletto da milioni di elettori e detentore quindi di un reale consenso popolare avrebbe avuto buon gioco a rispondere picche se non a ignorare una così palese interferenza nella sua azione di governo. Come sappiamo, Matteo Renzi si trova in una posizione decisamente diversa e così è scattato immediatamente sull’attenti: «Condivido totalmente. Mi sembra che sia un principio sacrosanto». D’altra parte è ormai assodato che il Rottamatore non si faccia alcuno scrupolo a giocare con le parole. L’oggetto stesso della reprimenda quirinalizia appare in ogni caso ancora fumoso. Lo stesso commissario alla spending review Carlo Cottarelli non ha ancora presentato slide definitive sul suo progetto di tagli e finora non ha nemmeno avuto il piacere di incontrare il presidente del Consiglio per potergli illustrare nel dettaglio le possibili linee di azione. Siamo insomma fermi alle chiacchiere. Non deve quindi sorprendere se le parole di Napolitano hanno raccolto unanimi consensi di giornata: da Nichi Vendola alla Cgil, dall’alfaniana Barbara Saltamartini all’Ugl di Giovanni Centrella è stato tutto uno sperticarsi di mani per il suo altolà contro i «tagli immotivati». Si tratta in fondo di una storia vecchia: non è stato sfondato un bel nulla e già i conservatori di tutte le risme si stringono a coorte per impedire qualsivoglia sforbiciata…