Reddito di cittadinanza. Berlusconi non sa di cosa parla. La senatrice M5S Guidolin: “Un aiuto a chi è in difficoltà. Ennesima caduta di stile del leader di Forza Italia”

“Disprezzare la condizione di chi percepisce il Reddito di cittadinanza non per sport ma per necessità, è la cosa veramente offensiva”. Risponde per le rime la senatrice Barbara Guidolin, capogruppo M5S in commissione Lavoro, dopo l’attacco di Silvio Berlusconi che aveva definito lo stesso Reddito “una paghetta offensiva”. Dal Cavaliere, spiega la grillina, “l’ennesima caduta di stile a cui purtroppo lui non è nuovo”.

Perché?
“Le ultime dichiarazioni sul Reddito di Cittadinanza sono offensive e poco rispettosi di oltre 1 milione 41 mila persone fra percettori di reddito e pensione di cittadinanza, che hanno i volti di chi vive nel Paese reale, quello che lui evidentemente non ha mai conosciuto, e che raccontano difficoltà a far fronte alle esigenze quotidiane: come fare la spesa o curarsi, a cui spesso la gente rinuncia quando si trova in condizioni di marginalità sociale”.

Non è la prima volta che Berlusconi attacca il Movimento sul tema occupazione. In passato ha detto che vi prenderebbe al massimo “per pulire i cessi”…
“Non ho mai raccolto le provocazioni. Non è nel mio stile. E non comincio adesso. Sono abituata a guardare ai fatti. E i fatti ci dicono che le politiche economiche e del lavoro avviate dal Movimento cinque stelle hanno invertito il trend: gli occupati sono schizzati al 59,4%, un record storico dal 1977, la percentuale di inattivi ha segnato il minimo storico, non succedeva da oltre 40 anni, mentre il tasso di disoccupazione da sei mesi è sotto la soglia del 10%. È evidente che con Quota 100 abbiamo favorito il turnover e con il Reddito di cittadinanza e il Decreto Dignità abbiamo contribuito e non poco a far ripartire il lavoro stabile in Italia”.

I dati dell’Inps, d’altronde, dicono che il Reddito sta funzionando. C’è chi, però, avanza ancora dubbi sulla Fase 2, cioè sulle effettive proposte di lavoro. Non c’è il rischio che il Reddito si riveli soltanto una misura assistenzialistica?
“No, perché attraverso il circuito del Reddito abbiamo messo a sistema un meccanismo in 3 step: sostegno aiuto economico a chi lo percepisce, riqualificazione e formazione professionale e reinserimento nel mercato del lavoro, finalizzato a incentivare l’occupazione con l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, non il contrario. Abbiamo creato un sistema virtuoso che agevola con sgravi le aziende che assumono un percettore di reddito e potenziato con 2 miliardi di euro i centri per l’impiego. I dati di Anpal Servizi al 13 dicembre ci dicono che: oltre 28 mila persone hanno ottenuto un contratto di lavoro dopo aver percepito il reddito di cittadinanza; 422.947 beneficiari sono stati convocati dai centri per l’impiego, per poter partecipare alla prima fase preparatoria del più ampio percorso finalizzato alla ricerca del lavoro e a ricevere un’offerta congrua nei prossimi mesi, mentre oltre 220 mila persone hanno sottoscritto i Patti di Servizio.

I dati Inps, però, dicono” anche che in 5mila hanno rinunciato visti i bassi importi erogati. Per alcuni è segno del fallimento della norma…
“Per valutare l’impatto di una misura in economia serve un arco temporale di riferimento. Serve un’analisi di medio-lungo termine per verificarne gli effetti. Il Reddito è stato introdotto poco più di nove mesi fa”.

Un tempo, però, già utile per capire se qualcosa della riforma può essere migliorato. Creda occorra rivedere qualcosa sul Reddito?
“Ripeto: per qualsiasi analisi e valutazione degli effetti serve tempo. È prematuro lanciarsi in questo genere di considerazioni. Se qualche correttivo dovrà essere fatto, sarà solo in chiave migliorativa”.