Reddito di cittadinanza, Conte: “La povertà non è una colpa”

Il presidente del M5S Conte, a margine di un'iniziativa della Cgil a Napoli, è tornato a parlare del Reddito di cittadinanza.

“Per effetto di tante trasmissioni televisive che si sono concentrate su quei casi rari, rarissimi di qualche comportamento fraudolento e per effetto del furore ideologico delle forze in particolare di maggioranza ma non solo, di questo governo, i percettori del Reddito di cittadinanza sono stati additati al pubblico ludibrio, ma la povertà non è una colpa”. È quanto ha detto il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, a margine di un’iniziativa della Cgil a Napoli.

Conte: “Nella lotta del Governo al Reddito di cittadinanza c’è furore ideologico”

“Abbandonare le persone più fragili, più indigenti, è proprio una follia, significa costruire le premesse consapevolmente e irresponsabilmente di un disastro sociale”, ha aggiunto Conte parlando ancora del Reddito di cittadinanza. E ancora: “Nella lotta del Governo al Reddito di cittadinanza c’è furore ideologico: non è una manovra, è una guerra ai poveri che amplia la faglia della diseguaglianza sociale”.

“Questo governo oggi ha dato una scadenza a tempo – ha proseguito il leader M5S -, ha detto ‘nel 2023 togliamo il reddito di cittadinanza’. Il nostro obiettivo non era di dire alle persone state a casa senza cercare lavoro: questa misura è una cintura di protezione sociale. Ma secondo voi, questo governo in otto mesi creerà occupazione e può quindi permettersi il lusso di togliere questa cintura di sicurezza?”.

“Se è così sicuro di far trovare lavoro in 8 mesi agli occupabili – ha proseguito l’ex premier -, allora non c’è bisogno di abolire il Reddito di cittadinanza. Abbiamo sempre detto che bisogna lavorare perché questa riforma non si realizza nell’arco di un anno, in Germania hanno impiegato 10 anni per mettere a punto un sistema di politiche attive efficienti”.

“Abbiamo proposte per migliorare le politiche attive”

“Abbiamo detto a questo governo che abbiamo proposte per migliorare le politiche attive”, ha poi ribadito Conte a Tagadà, ma “dire oggi ‘aboliamo il reddito di cittadinanza e poi si vedrà’ significa creare le premesse per disastro sociale”.