Reddito di cittadinanza e zero formazione. Domani lo sciopero in Campania

"Qui è allarme sociale". Parla il dirigente della Cgil campana, Gianluca Daniele.

Reddito di cittadinanza e zero formazione. Domani lo sciopero in Campania

Via il Reddito di cittadinanza, del salario minimo nemmeno si vede l’ombra, le politiche di formazione sono un miraggio con il flop del Programma Gol. In questo scenario si terrà domani lo sciopero generale regionale in Campania indetto da Cgil e Uil di Napoli. Il corteo che partirà da piazza Mancini alle 9 per poi proseguire sul Corso Umberto I fino al comizio finale che si terrà a Piazza Matteotti, storica piazza dei confederali. Sarà un tuffo nel passato, con il percorso che per tutto il novecento ha visto sfilare scioperi e manifestazioni sindacali: arriveranno almeno 70 autobus con lavoratori e lavoratici di tutte le province.

Domani lo sciopero generale regionale in Campania indetto da Cgil e Uil di Napoli

Sul palco interverranno quattro delegati dei settori del commercio, dell’edilizia, dell’industria e dei pensionati, il segretario generale della Uil di Napoli e Campania, Giovanni Sgambati con le conclusioni affidate al segretario generale della Cgil nazionale, Maurizio Landini. La questione dei salari e del precariato, fino al lavoro nero, caratterizzano l’area metropolitana che si trova pericolosamente in bilico su un corto circuito sociale. Oltre i tagli nella legge di Bilancio voluti dal governo di Giorgia Meloni ci sono però responsabilità anche a livello regionale, come il ritardo sull’utilizzo dei fondi per la formazione. Su questo punta il dito Gianluca Daniele (nella foto), segretario regionale del Sindacato lavoratori della comunicazione Cgil, uno dei settori più attivi nelle tante vertenze in atto nella città.

Fine del Reddito di cittadinanza e il salario minimo lontano: a Napoli cosa si rischia?
“Il rischio di una deriva sociale è concreto. Il Reddito di cittadinanza non andava smantellato, ma semmai migliorato. Toglierlo è stata una scelta più che discutibile, anche perchè i fondi sono stati riversati sul taglio del cuneo fiscale: si è tolto a chi non ha nulla per dare qualche euro in più ai lavoratori dipendenti”.

Altro capitolo è la formazione che puntualmente non porta a percorsi chiari verso l’occupazione.
“Era parte della discussione sul Reddito di cittadinanza e sulla riforma del lavoro. Il nuovo istituto rischia di ridursi a una mancetta. Il vero problema è far funzionare i Centri dell’impiego. Ma c’era fretta di togliere il Reddito di cittadinanza prima di collaudare qualunque altra rete di protezione”.

In Campania c’è un grave ritardo del programma Gol, ritardi per gli esami finali e zero compensi.
“I risultati non sono buoni. Il tema è sempre lo stesso: siamo in ritardo con l’utilizzo dei fondi disponibili. E le politiche regionali non stanno portando a risultati concreti. C’è la speranza che il sistema regionale funzioni meglio, ma servirebbe una riforma complessiva”.

In questo quadro i Centri per l’impiego che ruolo hanno? Torneranno ad essere dei carrozzoni?
“Così come utilizzati rischiano di diventarlo. Se non funziona il sistema di incrocio tra domanda e offerta e non c’è la ricollocazione dei lavoratori espulsi dal ciclo produttivo non servono a nulla. E molti lavoratori che ne hanno diritto potrebbero non essere ricollocati”

La Cgil va in piazza contro la manovra. E che altro?
“La manovra penalizza i ceti in difficoltà ma non è solo questo lo schiaffo al Sud. L’autonomia differenziata penalizzerà ancora di più il Mezzogiorno. Penso ad alcuni settori chiave come i trasporti o la salute. L’autonomia differenziata va smantellata”.