Reddito di cittadinanza. Il flop delle destre sui corsi di formazione

Il Governo non ha mai attivato i corsi per la qualificazione e la formazione. Così agli occupabili resta il Reddito di cittadinanza.

Reddito di cittadinanza. Il flop delle destre sui corsi di formazione

La denuncia era arrivata qualche giorno fa dal leader del M5S, Giuseppe Conte: “Il ministro del Lavoro Calderone dovrebbe fare un esame di coscienza e prendere atto che hanno preso in giro gli italiani perché avevano detto che dal primo gennaio scorso avrebbero introdotto i corsi per la qualificazione e la formazione degli occupabili. Non ne è stato avviato uno. Cosa stanno offrendo agli occupabili? Nulla. È una furia ideologica con cui hanno attaccato le categorie più fragili, ora per far cassa cercheranno di ridurre l’impatto di questa misura, cambieranno nome e otterranno cosa? È un problema sociale, di tutti, e noi li contrasteremo in ogni passaggio”.

Il Governo non ha mai attivato i corsi per la qualificazione e la formazione. Così agli occupabili resta il Reddito di cittadinanza

Adesso, come spiegano il Fatto quotidiano e la Repubblica, il governo è pronto all’ennesima marcia indietro sulla misura voluta dai Cinque Stelle. Dopo aver ridefinito la platea dei beneficiari del Reddito di cittadinanza occupabili il governo ha ridotto per loro la durata massima del sussidio da 18 a 7 mesi e, sempre nella legge di Bilancio varata a dicembre, ha obbligato gli occupabili a “sei mesi” di formazione, pena la perdita del sussidio (art. 1, comma 315, legge 29 dicembre 2022/197). Ma ora i percettori del Reddito occupabili il sussidio non lo perderanno più, sebbene venga loro decurtato. Il motivo? I corsi di formazione non sono ancora partiti. In particolare al Sud.

Il decreto con cui il governo si propone di mandare in soffitta il Reddito di cittadinanza dal prossimo anno e di smantellare il decreto Dignità, anche questo voluto dai Cinque stelle per arginare la precarietà, rivede i commi della manovra e cancella i “sei mesi” di formazione obbligatoria. E i percettori occupabili riceveranno Pal, la Prestazione di accompagnamento al lavoro, da 350 euro al mese per ciascun richiedente che sostituisce il Rdc fino al 31 dicembre. Poi dal 2024 il Reddito verrà definitivamente soppiantato dalla Gil, la Garanzia per l’inclusione, e da Gal, la Garanzia per l’attivazione lavorativa, destinata alle persone in povertà abili al lavoro. “Retromarcia clamorosa del governo Meloni sui 404 mila beneficiari del Reddito di cittadinanza considerati dalla legge di bilancio occupabili”, scrive la Repubblica.

M5S: “Nella bozza di riforma del Rdc, il Governo ammette il proprio fallimento”

Se metà di loro avranno l’indennità sostitutiva (Pal), l’altra metà non perderà neanche un centesimo, perché il governo ha scoperto che non sono occupabili. Risultato: 660 milioni per coprire il buco. “Nella bozza di riforma del Reddito di cittadinanza, il Governo ammette il proprio fallimento su quei corsi di formazione per i percettori ‘occupabili’ che aveva sventolato ai quattro venti ma che, invece, non sono mai partiti”, hanno affermato i capigruppo del M5S nelle commissioni Lavoro di Camera e Senato, Valentina Barzotti e Orfeo Mazzella.

“Per mettere una toppa, che, come sempre, è peggiore del buco – aggiungono – ora l’esecutivo si inventa la Prestazione di accompagnamento al lavoro (Pal). Di fatto, una proroga del Rdc fino a fine anno per gli ‘occupabili’: una scappatoia che però non basta a nascondere l’inadeguatezza delle scelte compiute dalla maggioranza con la Manovra. Scelte che, se la bozza in circolazione risulterà confermata, verranno sistematizzate. A pagare il prezzo di tale inadeguatezza saranno, ancora una volta, i cittadini più fragili, che il Governo ha individuato come nemico pubblico numero uno”, concludono i pentastellati.

L’Istat certifica che la situazione economica è peggiorata per un italiano su tre

E mentre il governo continua ad accanirsi sui poveri, l’Istat comunica che peggiora la percezione della situazione economica della famiglia. La quota di coloro che dichiarano di aver visto peggiorare la propria situazione economica rispetto all’anno precedente è di oltre uno su tre, un livello mai raggiunto in precedenza, secondo il Rapporto Bes. “Questo indicatore tra il 2019 e il 2022 peggiora di 10 punti percentuali e raggiunge il 35,1%”, ha affermato Alessandra Tinto della direzione centrale Istat per l’analisi e la valorizzazione nell’area delle statistiche sociali e demografiche. “Si inverte inoltre la tendenza di progressiva crescita della visione ottimistica del futuro e di decrescita del pessimismo che si era mantenuta anche nei due anni di pandemia”.

Sul tasso di occupazione, “nel 2022 siamo cresciuti ma siamo sprofondati ultimi in Europa”, ha spiegato invece la direttrice dipartimento per lo sviluppo di metodi e tecnologie per la produzione e diffusione dell’informazione statistica dell’Istat, Linda Laura Sabbadini, spiegando che “siamo migliorati ma siamo diventati ultimi perché gli altri sono migliorati più di noi e noi siamo a livelli bassissimi”. Inoltre aumenta la componente precaria e peggiora così la qualità del lavoro. In particolare la situazione delle donne è “criticissima”, per Sabbadini, “perché siamo il Paese con il tasso di occupazione più basso di tutti. Ci hanno superato tutti, Malta, la Grecia, la Spagna”.