Referendum di mance e trucchetti. A poche ore dal voto arrivano assegni ai disoccupati: il Jobs Act sostiene il Sì

A poche ore dall’apertura dei seggi per il referendum, 30mila disoccupati troveranno una letterina nella casella della posta. E non sarà una delle tante.

A poche ore dall’apertura dei seggi per il referendum, 30mila disoccupati troveranno una letterina nella casella della posta. E non sarà una delle tante in questi tempi di campagna elettorale, piena di tentativi disperati per ottenere voti. Nel caso specifico la busta avrà al suo interno un contenuto speciale: l’assegno di ricollocazione destinato a chi percepisce da oltre quattro mesi la Naspi, l’indennità di disoccupazione. Certo, una buona notizia. Peccato, però, che sia arrivata un po’ in ritardo rispetto alla tabella di marcia: il meccanismo avrebbe dovuto mettersi in moto già tempo fa. Sono ormai trascorsi 14 mesi dalla pubblicazione del decreto di riordino dei servizi al lavoro e delle politiche attive del Jobs Act. L’accelerazione decisiva è arrivata proprio a pochi giorni dal referendum sulle riforme. Martedì 29 novembre, infatti, è prevista la spedizione delle lettere, contestualmente alla presentazione del sito dell’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (Anpal), che avverrà alla presenza del ministro del Lavoro, Giuliano Poltetti, e di Maurizio Del Conte, presidente dell’Anpal. Una tempistica che non è sfuggita agli occhi più attenti, sollevando qualche perplessità sulla pura causalità della data. “Ancora una volta si utilizzano iniziative politiche per indirizzare il voto del 4 dicembre. Non è certamente un fatto nuovo. In questo caso è anche più grave: lo si fa sulla pelle dei disoccupati, di migliaia di persone alla disperata ricerca di un lavoro”, accusa il deputato del Movimento 5 Stelle, Claudio Cominardi, che ha seguito l’iter della vicenda.

Voucher per le aziende – Ma la data di invio delle buste non è il solo punto critico. I 30mila disoccupati si vedranno recapitare questo assegno, che in realtà è un voucher, dal valore massimo di 5mila euro, da utilizzare in un centro per l’impiego pubblico o presso un operatore privato accreditato. Insomma, un tentativo di realizzare le politiche attive previste dal Jobs Act con l’assegno che va alle aziende: non è una somma aggiuntiva dell’indennità di disoccupazione. “Questo è solo un regalo alle agenzie interinali. È un’operazione vergognosa pensata e realizzata all’alba del referendum”, incalza Cominardi. Il traguardo finale dovrebbe essere, nella migliore delle ipotesi, la sottoscrizione di un contratto da parte del lavoratore con modalità di rimborso diverse in base all’esito della ricollocazione.

Sperimentazione – Lascia perplessi inoltre la modalità di selezione dei beneficiari dell’assegno, che saranno sorteggiati. “Il primo gruppo viene individuato in maniera casuale. Si tratta solo di un campione selezionato con l’estrazione di una lettera dell’alfabeto. E sulla base dell’ultima lettera del codice fiscale si individueranno i potenziali beneficiari”, ha spiegato a La Notizia Del Conte. Un scelta che viene motivata per garantire la piena imparzialità. “Non ci sarà alcun favoritismo a Regioni, territori o categorie. Questa è solo una sperimentazione da cui trarre spunto e apportare eventuali modifiche al meccanismo. Noi vogliamo che il sistema sia perfettamente funzionante quandro andrà a regime”, ha sottolineato il numero uno dell’Anpal. “Ma – chiosa Cominardi – dal punto di vista politico la cosa più importante è che le lettere arrivino in tempo per il voto del 4 dicembre”.