Regalo coi fiocchi in Calabria. Due mesi di mensilità pure agli ex consiglieri. I ritardi nella proclamazione dei neo eletti fruttano ricchi premi per i predecessori

Ci sono volute oltre tre settimane prima che la Corte di Appello di Catanzaro si pronunciasse ed eleggesse il nuovo Consiglio Regionale. Tempi più che biblici. Alla fine, però, ce l’hanno fatta e ieri è arrivata la proclamazione dei nuovi rappresentanti dell’assise calabrese. Eppure un dato resta: nonostante i gravosi problemi della Regione – dalla sanità ai rifiuti per non parlare ovviamente delle infiltrazioni della ‘ndrangheta – per quasi un mese l’amministrazione è stata ferma. Si è avuta l’incredibile situazione per la quale avevamo un Presidente di Regione (Mario Oliverio), che aveva però le mani legate non potendo nominare nemmeno la sua squadra di governo, mancando l’ufficialità sulle nomine degli eletti.

L’INCREDIBILE CAOS
Insomma, l’assurdo. Il perché di tale incredibile fase di stallo va ritrovato in una legge elettorale contorta da cui sono nati una valanga di ricorsi e di ritardi. Su tutti, ad esempio, quello della candidata di Forza Italia Wanda Ferro che, nonostante abbia collezionato 188mila voti, ad oggi è fuori dall’assise. È appunto la legge elettorale regionale a prevedere incredibilmente che il candidato alla presidenza non sia incluso nel computo degli eletti. Ma non è finita qui. Soltanto per il conteggio delle schede ci sono volute settimane intere. Tutta colpa – ecco l’assurdo – di due sole sezioni che hanno bloccato l’intera macchina. Due sezioni delle nove totali del piccolo comune di Castrolibero in provincia di Cosenza. Tanto basta per ingolfare la struttura elettorale. I dati delle due sezioni avevano fatto scattare diverse proteste per presunti brogli (anche questi ancora al vaglio del Tar).

STIPENDI DI LUSSO
Ma non è tutto. Lo statuto regionale a riguardo è chiaro. “I Consiglieri regionali – recita l’articolo 18 al comma 1 – entrano nell’esercizio delle loro funzioni all’atto della proclamazione”. Ciò significa che, comma 2, “fino a quando non siano completate le operazioni di proclamazione degli eletti sono prorogati i poteri del precedente Consiglio”. Cosa vuol dire questo in – e proprio il caso di dirlo – soldoni? Semplicemente che fino alla proclamazione i consiglieri uscenti hanno continuato a percepire il loro stipendio. Considerando che l’ultima riunione del consiglio risale addirittura al 7 ottobre scorso, sono oltre due mesi che nessuno si reca più a Palazzo Campanella, pur godendo degli emolumenti. Il calcolo è immediato. Stando alle indennità in vigore da gennaio 2013 (dopo la riforma Monti), parliamo – tra stipendio di base e spese di esercizio del mandato – di 11.100 euro mensili per ogni consigliere, che si alza a 12.600 euro per i capigruppo. Considerando che sono due i mesi di inazione, l’assegno ricevuto senza incontrarsi in consiglio nemmeno una volta e con tutta la macchina amministrativa bloccata, si alza a oltre 22 mila euro per ogni consigliere e a 25 mila per i capigruppo. Un bel regalo coi fiocchi. Proprio prima delle vacanze di Natale.

 

@CarmineGazzanni