Almeno altri cinque agenti, appartenenti agli apparati della sicurezza egiziana, sono sospettati di aver avuto un ruolo nel sequestro e nella morte di Giulio Regeni, il ricercato friulano ucciso al Cairo nel febbraio 2016 dopo essere stato torturato per 7 giorni. E’ quanto si apprende all’indomani dell’infruttuoso confronto in videoconferenza tra i magistrati italiani e quelli egiziani. Si tratta di cinque colleghi degli ufficiali già iscritti nel registro degli indagati nel dicembre 2018 dal pm romano Sergio Colaiocco. I nomi dei nuovi agenti, tutti appartenenti alla National Security, sono emersi in seguito all’analisi compiuta dagli investigatori del Ros e dello Sco sui tabulati telefonici forniti nei mesi scorsi dalle autorità egiziane. Ai cinque 007 si fa riferimento anche nella rogatoria, inoltrata a maggio dello scorso anno alle autorità egiziane, nella parte in cui si chiedeva di “mettere a fuoco il ruolo di altri soggetti della National Security che risultano in stretti rapporti con gli attuali cinque indagati”.
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