Regionali Lazio, Centrodestra nel caos. Dopo il “positivo” confronto con Berlusconi, Salvini pronto a mollare Pirozzi

Sul nome del candidato che alle Regionali del Lazio sfiderà Nicola Zingaretti (Pd) e Roberta Lombardi (M5S), nel Centrodestra il caos continua a regnare sovrano. La data segnata in rosso sul calendario è quella di martedì prossimo, quando i contraenti del patto si siederanno intorno a un tavolo per discutere della questione. Anche se non è detto, spiegano da Forza Italia – che ha rivendicato per sé la scelta dell’aspirante governatore – che il nodo verrà sciolto in quella sede. Ieri Matteo Salvini ha diramato una stringata nota definendo “positivo” il confronto con Berlusconi “sul programma su elezioni regionali e iniziative comuni per dare all’Italia finalmente un nuovo governo”. Sono proprio quelle quattro parole, “programma su elezioni regionali”, che a chi sta seguendo la partita nel Lazio sono saltate subito all’occhio. Anche perché, come noto, col MNS di Gianni Alemanno e Francesco Storace il leader della Lega è il main sponsor del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, già in campo da un mese con una lista civica ma osteggiato da FI e Fratelli d’Italia.

Che farà quindi Salvini? Si toglierà la felpa con la scritta “Amatrice” voltando le spalle a Pirozzi in nome dell’unità della coalizione o tirerà dritto? Il numero uno del Carroccio, fa notare il capogruppo alla Camera di FdI Fabio Rampelli, raggiunto al telefono da La Notizia, “ha espresso una simpatia per lui, ma non mi pare che lo abbia mai proposto ufficialmente come candidato del Centrodestra nel Lazio. Alle elezioni, sia quelle nazionali sia nelle Regioni e nei Comuni che l’anno prossimo andranno al voto, marceremo uniti. E poi, mi permetta: pensare di rompere l’unità della coalizione, rischiando di far vincere sinistra e Cinque Stelle – conclude Rampelli – sarebbe un’autentica follia e vanificherebbe la possibilità di una stagione di buongoverno”. Insomma, stando così le cose per il primo cittadino il rischio di un isolamento è da non sottovalutare. Alemanno e Storace, dal canto loro, stanno lavorando pancia a terra per lui, tanto da aver organizzato per ieri sera una cena di autofinanziamento per tirargli la volata. L’interessato perciò non ha alcuna intenzione di mollare. Del resto, basta sfogliare il suo libro (La scossa dello scarpone), per rendersi conto di come a più riprese Pirozzi scriva “non perdo mai, o vinco o imparo”.

“Per Sergio non cambia nulla”, chiarivano ieri dal suo staff, allontanando le voci di un possibile passo indietro in cambio di un seggio in Parlamento. Per di più, proprio in qualità di candidato governatore, ieri il sindaco di Amatrice è andato all’attacco. “In questi giorni – ha scritto in una nota – sui giornali si vedono solo virgolettati contro di me attribuiti a chi ha il compito di portare la pace nel centrodestra del Lazio e fantasiose ricostruzioni sull’origine della mia candidatura a Presidente della Regione Lazio”, definita come “l’unica strada per riportare al voto i cittadini delusi sia dalla politica di palazzo come quella della giunta regionale uscente, sia dalla disastrosa alternativa del Movimento 5 Stelle perfettamente rappresentata da Virginia Raggi”. Più chiaro di così.

Twitter: @GiorgioVelardi