Regioni alla canna del gas. Dallo Stato 3,5 miliardi di mancati rimborsi Covid

Dopo tre anni di pandemia, il governo lascia le Regioni in rosso restituendo solo la metà dei costi sostenuti per l’emergenza Covid.

Regioni alla canna del gas. Dallo Stato 3,5 miliardi di mancati rimborsi Covid

Dopo tre anni di pandemia, il governo lascia le Regioni in rosso restituendo solo la metà dei costi sostenuti per l’emergenza Covid e che lo Stato avrebbe dovuto rimborsare. Un buco miliardario che, nei feudi dei governatori, già costretti a destreggiarsi per far quadrare i conti, specialmente quelli del comparto sanitario provato da anni di tagli e sforbiciate, si fa sentire eccome. Degli 8 miliardi complessivi che le Regioni dovrebbero ricevere, ad oggi i rimborsi effettivamente erogati si fermano a circa 3,5. Meno della metà. Con tutte le conseguenze del caso sui sistemi sanitari regionali, in alcuni casi già al collazzo.

Dopo tre anni di pandemia, il governo lascia le Regioni in rosso restituendo solo la metà dei costi sostenuti per l’emergenza Covid

Secondo i dati recuperati dal La Notizia di alcune regioni, al Lazio sono rientrati 551 degli 869 milioni anticipati. Mentre a fronte di costi sostenuti dalla Regione Veneto tra il 2020 e il 2022, pari a poco più di 2 miliardi di euro (399.5 milioni è il dato provvisorio relativo al 2022), il mancato rimborso ammonta ancora a 1.089 miliardi. Alla Campania mancano invece all’appello 300 milioni. Mentre è stallo in Emilia Romagna: la Regione governata dal presidente del Pd, Stefano Bonaccini, ha speso 885 milioni nel 2020 (498 rimborsati: disavanzo 386 milioni); 774 milioni nel 2021 (solo 356 rientrati); 547,5 milioni nel 2022 (dato provvisorio) e 140,7 milioni di finanziamenti emergenziali: mancano all’appello 404 milioni di euro.

Alla Toscana è stato restituito circa il 72 per cento dei maggiori costi sostenuti durante la pandemia negli anni 2020-2021, per i quali mancano ancora 280 milioni. Nel 2022 lo Stato non ha chiesto un vero e proprio rendiconto dei costi Covid. Secondo le aziende sanitarie toscane, il loro ammontare superava complessivamente i 300 milioni: sono arrivati circa 101 milioni, a ristoro della spesa per la pandemia e del maggior costo dell’energia (che per la Toscana si è tradotto in bollette più care per oltre 160 milioni nel 2022 rispetto al 2021).

Infine la Sicilia, dove i costi per l’emergenza Covid sostenuti dalla Regione tra il 2020 e il 2022 ammontano a 1.662 miliardi di cui 474.8 milioni nel 2022 (dato provvisorio) a fronte di una mancata copertura di 1.098 miliardi di euro. Insomma, ritardi che rischiano di aggravare una situazione già critica.

“Secondo il rapporto Crea servirebbero più di 30 miliardi per risollevare le sorti di un Sistema sanitario nazionale che già prima del Covid era in grande sofferenza e che la Pandemia ha contribuito a rendere ancor più scricchiolante – ha commentato il segretario nazionale dell’Anaao Assomed, sindacato di medici e dirigenti sanitari, Pierino Di Silverio -. Eppure l’attuale governo, non dimostrando un cambio di passo rispetto ai passati governi continua a considerare la salute come un costo anziché una risorsa. E sui costi in tempi di guerra si sa, si tende a risparmiare. Così per le regioni che durante il Covid hanno speso e anticipato ancora mancano all’appello 3,5 miliardi che il govenro deve restituire e per i medici, i dirigenti sanitari e veterinari mancano all’appello non solo le risorse per l’attuale contratto scaduto ma anche quelle per il prossimo”.

E non finisce qui. “Intanto, nonostante il miliardo e 400 milioni risparmiati malgrado il caro energia, al personale sanitario sono arrivate solo pacche sulle spalle – ha concluso Di Silverio -. Nel frattempo il 16 maggio, dopo la fiaccolata di ieri, continueremo a scendere nelle piazze. Visto che al momento la nostra presenza negli ospedali non viene avvertita vuol dire che ci faremo sentire fuori”. Insomma, un brutto segnale. E non solo per una questione di soldi.

 

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