Rendite finanziarie e pensioni d’oro, ecco cosa cambia

di Alessandro Ciancio

Le indiscrezioni corrono sulle agenzie di stampa e in attesa di conferme non resta per il momento che descrivere lo scheletro degli interventi che ieri il premier Enrico Letta e il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni hanno illustrato ieri al presidente della Repubblica.
Ancora poche ore di attesa e sapremo ad esempio se questa manovra sarà di 12 miliardi di euro oppure se potrà arrivare alla cifra di 15 miliardi grazie a interventi su dismissioni e infrastrutture. Si va dal taglio del cuneo fiscale per un valore fra i 4 e i 5 miliardi (articolato in maggiori detrazioni sul lavoro dipendente e maggiori deduzioni dall’imponibile Irap per i nuovi assunti, fino a un massimo di 15mila euro per ciascun dipendente) all’allentamento del patto di stabilità interno dei Comuni (per compensare parte del mancato gettito Iva), dal blocco dei contratti della PA esteso al 31 dicembre 2014 alla nuova ‘service tax’ denomitata ‘Trise’. Quest’ultima si articolerà in due parti: la prima riguarderà la gestione dei rifiuti urbani (Tari); la seconda sarà a copertura dei costi relativi ai servizi indivisibili dei comuni (Tasi). L’aliquota di base della Tasi dovrebbe essere fissata all’1 per mille. Per quanto riguarda l’Iva, potrebbe essere introdotta un’aliquota del 7% che non sarebbe aggiuntiva alle tre aliquote esistenti (4%, 10% e 22%) ma sostitutiva di una delle due aliquote ridotte. Oltre al rifinanziamento della Cig con 600 milioni per il 2014 arriva anche l’ipotesi di aumento della tassazione sulle rendite finanziarie dal 20 al 22% e anche dell’imposta di bollo su comunicazioni relative a prodotti finanziari. Quanto alla previdenza, nel 2014 le pensioni superiori a 6 volte il minimo (ossia circa 3mila euro lorde) non godranno di alcuna rivalutazione. Arriva invece un contributo di solidarietà sulle pensioni d’oro: dal primo gennaio e per un periodo di tre anni,  per le pensioni complessivamente superiori a 100.000 euro lordi annui è previsto un contributo pari al 5% della parte eccedente e fino a 150.000 euro, del 10% per la parte eccedente 150.000 euro e del 15% per la parte eccedente fino a 200.000 euro. Tutte novità che, come da copione, il Tesoro ha fatto prima filtrare alla stampa e poi ha smentito: il classico giochino delle tre carte ministeriali.