Matteo Renzi affossa le Camere. Quest’anno approvate solo 11 leggi di iniziativa parlamentare. E a proporle i peones di Camera e Senato

Parlamento improduttivo: nei sette mesi trascorsi del 2016 sono state approvate 46 leggi. Ma di queste solo 11 sono di iniziativa parlamentare.

Si sa, in tempo d’estate arrivano i bilanci. E così, prima che i nostri deputati facciano le valige e partano per le loro meritate vacanze, andiamo a vedere negli ultimi sette mesi cosa hanno prodotto, in termini di leggi, Camera e Senato. A offrire un quadro esuastivo è il sito istituzionale www.parlamento.it in cui sono raccolte tutte le leggi approvate in questa legislatura. Nei sette mesi trascorsi del 2016 il conto è decisamente misero: 37 leggi approvate, più altre 9 che mancano soltanto di promulgazione e pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Ma il dato interessante non è tanto questo, quanto il fatto che delle 46 leggi (considerando anche quelle ancora da prommulgare) che Camera e Senato hanno licenziato nel 2016, soltanto 11 sono di iniziativa parlamentare. Il resto tutte di iniziativa governativa.

Un fallimento colossale, dunque. Reso ancora più evidente se proviamo un po’ a sbizzarrirci con i numeri. La Notizia ha incrociato i numeri delle varie banche dati istituzionali (governative, di Camera e Senato) e il risultato che ne esce è a dir poco tragicomico. Perchè il dato è clamoroso: 46 leggi approvate su qualcosa 692 ddl presentati. E se guardassimo solo all’attività di Camera e Senato? Dalla padella alla brace. In sette mesi 11 leggi di iniziativa parlamentare, sulla bellezza di 647 disegni di leggi presentati (238 al Senato e 409 alla Camera). In pratica, l’1,7% di quanto presentato è stato poi fattivamente approvato. Al contrario, invece, delle proposte di inizativa governativa. Qui il conto è diamentralmente opposto: 35 disegni approvati su 38 presentati. Quasi il 100%, insomma.

SOLTANTO BRICIOLE – Ma il conto non finisce qui. Andiamo, a questo punto, a vedere nel dettaglio cosa è stato approvato. Perché tra le 46 leggi, ben 12 altro non sono che ratifiche di trattati internazionali e 5 sono deleghe al Governo. Ecco allora che quel che resta sono davvero briciole. Testi approvati e peraltro presentati da peones, illustri sconosciuti. Delle 11 leggi di iniziativa parlamentare, infatti, spuntano – accanto al testo di Monica Cirinnà (modificato poi sappiamo come) sulle unioni civili – un testo di Bruno Molea (Scelta Civica) sulle associazioni sportive, quello di Paolo Bolognesi (Pd) sul depistaggio, quello di Giuseppina Maturani (ancora Pd) sulla rappresentanza tra donne e uomini nei consigli regionali e di Paolo Beni sulla Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione. O quello, ancora, di Domenico Scilipoti sul reato di omicidio stradale. Tutte norme capitali, ci mancherebbe. Ma il dubbio che si sarebbe potuto fare di più resta. Anche perché c’è un altro dato a dir poco curioso. Quanto tempo, in media, occorre per approvare un disegno di legge di iniziativa parlamentare? A rispondere è la banca dati del Senato: mediamente – per quanto riguarda sempre il 2016 – parliamo di 682 giorni. Più del doppio rispetto ai 257 giorni che invece servono per convertire in legge quanto Matteo Renzi ordina. Pardon, propone.

Tw: @CarmineGazzanni