La Sveglia

Renzi, Calenda & C. godono. Ma la scissione nel M5S non gli porta voti

C'è chi ha fatto della fine del M5S una missione. Ma i loro micropartiti non ne avranno benefici.

Esultano per la morte del Movimento 5 Stelle. La morte l’hanno decretata nei loro circolini di fronte a un calice di prosecco, scambiandosi messaggi di felicitazioni per Luigi Di Maio che ha deciso di abbandonare la nave inebriato dalla solidità percepita di un governo effimero pronto a schiantarsi sotto il tacco di Giorgia Meloni alle prossime elezioni politiche e si rallegrano per la morte del nemico.

L’aria di guerra deve avere intasato gli ormoni di molti leader di partito

L’aria di guerra deve avere intasato gli ormoni di molti leader di partito se è vero che l’annullamento dell’avversario (che si sta suicidando magnificamente da solo) diventa un risultato politico. Per essere chiari: ciò che sta accadendo all’interno del Movimento 5 Stelle, nato dall’uno che vale uno e tramortito da uni che sono diventati tutt’altro che portavoce e ora si occupano della propria autopreservazione, è roba che interessa agli eletti, agli elettori e ai simpatizzanti. Ma se usciamo dal baccano interno del Movimento (che ha quasi tutte le responsabilità di questo epilogo) la reazione di felicità isterica degli altri partiti ha qualcosa di fisiologico che non si può non osservare.

Innanzitutto il “governo dei migliori”, il governo “della responsabilità istituzionale”, il governo “dell’unità nazionale” per alcuni altro non è che l’ascia con cui decapitare qualche partito fintamente alleato: usare un governo per logorare un avversario fingendosi amico in politica è una strategia legittima (seppur nauseabonda) che racconta la statura morale dei partecipanti al gioco. Il primo governo Conte per logorare il Pd, il secondo governo Conte per logorare Salvini e ora il governo Draghi per logorare i grillini ci dicono esattamente quali siano le priorità dei partiti.

Matteo Renzi e la sua banda esultano per distruzione del M5S

Governare l’Italia? Dai, su, non scherziamo. Quella è semplicemente burocrazia da cui non ci si può esimere: governare è semplicemente il modo più veloce per affilarsi in vista delle prossime elezioni. Chissà gli italiani che ne dicono. Poi c’è la cretineria politica, tipica degli egotici sconnessi dalla realtà. Matteo Renzi e la sua banda esultano per la distruzione del Movimento 5 Stelle. Al di là della rivincita personale (si rivedono alti e competenti ma si crogiolano nella vendetta come gang di quartiere) quale sarebbe il guadagno in termini politici? Chiedo sul serio. C’è qualcuno tra i componenti di Italia Viva (quelli sotto il simbolo di Italia Viva e i crumiri rimasti nel Pd) che può credere che qualche elettore del M5S sia disposto a regalargli una crocetta? Nemmeno il re dei narcisi potrebbe essere così stupido.

Esultano alcuni anche dentro il Pd. Benissimo. Credono davvero di poter rivendere un presunto “fronte progressista” sommandosi ai chierichetti, agli azionisti e ai renziani? Davvero sono convinti di poter rivendere sé stessi e qualche cespuglio come una reale “alleanza programmatica”? Nemmeno i più perfidi neodemocristiani potrebbero buttarsi in un’ipocrisia così folle. Che Enrico Letta si ritrovi la prospettiva di rivendere come abile lavoro di cucitura l’adozione del figliol prodigo che gli trastullò in faccia la campanella di fronte a Napolitano è un epilogo da film dell’orrore.

Discorso molto diverso invece è l’esultanza di Carlo Calenda (della sparizione del M5S ne ha fatto una ragione di vita, ognuno si sceglie i suoi ideali e le sue miserie) o di Forza Italia (che per natura non può permettersi di non avere a che fare solo con persone ricattabili) o di Salvini e di Meloni che dal Movimento 5 Stelle di voti ne hanno già dragati parecchi. Ma nel cosiddetto “centrosinistra” (che poi non è altro che un centrocentro con un deodorante al gusto di aromi di sinistra) che c’è da ridere?