Renzi chiede a Conte di modificare il Dpcm. E di fare quello che il Governo sta già facendo: “Servono tamponi rapidi, terapie intensive, trasporti e tracciamento”

“Mentre si chiedono (ancora) sacrifici, sarebbe molto utile, secondo me, che il Governo chiarisse questi punti. E ci spiegasse quali sono i dati scientifici e le analisi sui quali si prendono le decisioni: i dati scientifici, non le emozioni di un singolo ministro”. E’ quanto ha detto il leader Italia Viva, Matteo Renzi, nella e-news in cui annuncia che il so partito chiederà al premier Giuseppe Conte di modificare il dpcm “nella parte su ristoratori, luoghi di cultura e attività sportiva”.

Un Dpcm, ha detto ancora Renzi, che “tutti noi rispetteremo come è giusto e logico che sia. E vorrei che il primo messaggio di questa Enews fosse per quei rappresentanti delle forze dell’ordine e delle istituzioni chiamati a far rispettare le regole anche nei momenti di tensione. Si possono condividere o no le regole, ma il principio e’ semplice: rispettarle è un dovere di tutti. Punto”.

“Servono – ha poi aggiunto l’ex premier – le 4T: tamponi rapidi, terapie intensive, trasporti e tracciamento” . “Noi lo diciamo da tempo. Chiudere di nuovo le scuole – va avanti – è una ferita devastante. Servono i tamponi rapidi a scuola, non i banchi a rotelle. Servono le aziende private per i trasporti, non complicate regole sulla didattica a distanza. Servono più posti in terapia intensiva, più personale sanitario e un sistema di tracciamento degno di questo nome, non generiche raccomandazioni ai cittadini”.

“Serve – scrive ancora Renzi – far funzionare in modo efficiente e sicuro la macchina dei test, non chiudere i teatri e i ristoranti che rispettano le regole, perché questo crea un effetto a catena in tanti settori. Va compresa l’inquietudine di chi non sa cosa accadrà domani. Mentre si chiedono (ancora) sacrifici, sarebbe molto utile, secondo me, che il Governo chiarisse questi punti. E ci spiegasse quali sono i dati scientifici e le analisi sui quali si prendono le decisioni: i dati scientifici, non le emozioni di un singolo ministro”.

“Mi ha colpito – aggiunge l’ex rottamatore – che proprio il Ministro della Cultura abbia giustificato la chiusura dicendo che dobbiamo salvare vite umane. Io dico che certo, è vero, vogliamo salvare vite umane. Ma basta essere andati al cinema o al teatro, in queste settimane, per capire che non sono posti dove si rischia di morire, ma dove – anzi – si impara a vivere meglio. Affrontare la pandemia è un dovere di tutti. Ma bisogna farlo senza cedere alla paura”.