Renzi come Berlusconi. La colpa dell’arresto dei genitori sarebbe della magistratura. Annullata anche la conferenza stampa annunciata per oggi al Senato

La prima reazione dell’ex premier Matteo Renzi è stata di massima "fiducia nella giustizia italiana"

La prima reazione dell’ex premier Matteo Renzi – che dopo l’arresto dei genitori ha annullato prima la presentazione del suo libro in programma a Torino e poi la conferenza stampa al Senato annunciata per questa mattina – è stata di massima “fiducia nella giustizia italiana”. Poi, però, è venuta fuori anche tutta la rabbia: “non accetto processi in piazza o sul web”, ha detto, “i miei genitori si difenderanno in tribunale” anche perché, “chi ha letto le carte dice che è un provvedimento assurdo”.

Nel post Renzi si sofferma anche sull’età dei genitori e sulla decisione di metterli comunque ai domiciliari. “Arriveranno le sentenze e vedremo se questi due cittadini settantenni, incensurati, sono davvero i pericolosi criminali che meritano – oggi, casualmente proprio oggi – questo provvedimento. Arriveranno le sentenze e misureremo la credibilità delle accuse. Arriveranno le sentenze e vedremo chi è colpevole e chi no”. “Da rappresentante delle Istituzioni difendo lo Stato di diritto e chiedo a tutti di credere nella giustizia”, spiega ancora l’ex presidente del Consiglio.

Che poi aggiunge: “Da figlio sono dispiaciuto per aver costretto la mia famiglia e le persone che mi hanno messo al mondo a vivere questa umiliazione immeritata e ingiustificata. Se io non avessi fatto politica, la mia famiglia non sarebbe stata sommersa dal fango. Se io non avessi cercato di cambiare questo paese i miei oggi sarebbero tranquillamente in pensione. Dunque mi sento responsabile per il dolore dei miei genitori, dei miei fratelli, dei miei figli e dei miei nipoti. I dieci nipoti sanno però chi sono i loro nonni. Sanno che possono fidarsi di loro. E sanno che ciò che sta avvenendo è profondamente ingiusto. Ma voglio che sia chiaro a tutti che io non mollo di un solo centimetro. La politica non è un vezzo personale ma un dovere morale”.

E qui le dure conclusioni dell’ex segretario del Partito democratico che, neanche troppo velatamente, prende le parti dei suoi genitori: “Se qualcuno pensa che si possa utilizzare la strategia giudiziaria per eliminare un avversario dalla competizione politica sappia che sta sbagliando persona. Non ho mai avuto così tanta voglia come stasera di combattere per un Paese diverso e per una giustizia giusta […] Io non ho letto le carte, aspetto le sentenze. So però ciò che hanno fatto in questi anni alla mia famiglia. E mi basta per dire che non accetteremo nessun processo nelle piazze o sul web”.