È dai tempi della caduta del governo gialloverde che si era notata una corrispondenza di amorosi sensi tra i due Mattei, quello delle nebbie padane e quello del dolce stil novo fiorentino. Anzi, qualcuno si era spinto a congetturare che ci potesse essere stato un accordo tra i due al fine di tornare al governo entrambi ed, in effetti, a ben guardare, così è stato. Ora che i Mattei sono stati finalmente riuniti in una sorta di androgino alchemico a due facce, si capisce anche meglio quale sia la strategia politica dell’ex premier.
Un Matteo tira l’altro, pure Renzi vuol riaprire tutto
Intanto c’è da chiarire un punto: Matteo Renzi è un uomo di destra che si è infiltrato nel centrosinistra come quinta colonna dell’avversario. Non si spiegherebbe altrimenti l’azione destrorsa continua e costante prodotta dal senatore toscano, soprattutto quando era riuscito ad espugnare il Partito democratico. Chi non ricorda l’abolizione dell’articolo 18 dello statuto dei
lavoratori? Una roccaforte della sinistra sindacale abbattuta senza pietà da un finto uomo di sinistra. Impresa mai riuscita alle destre, neppure a Silvio Berlusconi. Chissà cosa ne pensano gente come l’ex ministra Teresa Bellanova, un passato da sindacalista dei braccianti in Puglia, o Gennaro Acquaviva che aveva iniziato da studente nel movimento della pantera e poi in Rifondazione comunista di Fausto Bertinotti e che ora fanno pendant in Italia Viva, il primo esempio di bioingegneria politica trasmutante.
In questi giorni Salvini è in uno stato che potremmo definire freudianamente agito-eccitato. Nella prima fase del governo, Draghi è stato defilato, quasi assente per il Recovery per paura delle reazioni ostili della Ue. Passato il primo momento è però riemersa la sua vocazione movimentista di “lotta e di governo”. Ha cominciato a concionare ed a guardare con ammirata nostalgia a sciamani e sciamane con tanto di copricapo cornuti. Vocazione finto anarchica, pacchiana e coreografica, ma pur sempre marchiata come territorio tanto per tenere a distanza la sua pericolosa concorrente alleata e cioè Giorgia Meloni che con il suo partito, FdI, gli ha preso parecchi consensi.
L’ex premier sposta Italia Viva sempre più a destra
Salvini è un “riaperturista” convinto e cioè uno che antepone i soldi alla salute degli italiani, fregandosene altamente di quello che gli suggeriscono gli scienziati e cioè cautela, cautela e ancora cautela per non fare la fine della scorsa estate. Ma il “suo” popolo è quello dei pericolosi contestatori anti–Stato che abbiamo visto all’opera finora, soprattutto a supporto dell’ex presidente Usa Donald Trump, di cui il nostrano senatore sfoggiava maglietta e cappellino in tempi di elezioni oltreoceaniche poi andate male.
Ma c’è un altro politico che ha i soldi in testa e che li mette al primo posto davanti a tutto, compresa la salute degli italiani ed è Renzi. E così non poteva mancare il supporto di Iv alla Lega e a Salvini. Entrambi vogliono riaprire tutto e subito, entrambi sono contro il coprifuoco, entrambi vogliono riaprire i ristoranti al chiuso, infischiandosene altamente dei sicuri contagi che tali
misure provocherebbero inevitabilmente. Una bella accoppiata che ha finalmente mostrato la sua vera (e pericolosa) faccia. Due che pur di prendere un voto non esitano a mettere in atto pressioni sul premier Draghi per fare dell’Italia la culla novella della Quarta Ondata. Forse c’era un piano già da prima che lo scaltro toscano aveva organizzato per fare cadere Conte e portare Salvini al governo per fare comune