Renzi fa il coach come Al Pacino: “L’Italia ce la farà. Subito l’Italicum. Fannulloni a casa anche se statali. Il governo non toccherà le pensioni”

“Siamo il governo che ha fatto meno leggi, ma più riforme. Ma sono ancora più convinto oggi, rispetto a febbraio scorso, che l’Italia ce la farà. La parola del 2015 è ‘ritmo’, dare senso del cambiamento, per far si che l’Italia torni a riprendere il suo ruolo nel mondo. Mi sento come Al Pacino in ‘Ogni maledetta domenica’, il coach che ha il compito di dire ai suoi che ce la possono fare. E io sono convinto che l’Italia ce la può fare. Il 2015 è l’anno chiave, è decisivo, è il motivo di questo mio sano senso di urgenza. Sono molto soddisfatto di quello che abbiamo fatto, io voglio che neanche una giornata vada sprecata, non credo che l’Italia sia spacciata come pensano alcuni gufi e non solo.  Nessun alibi, se non ce la facciamo è colpa mia. Meglio essere giudicati arroganti che disertori. Qua la sfida è cambiare l’Italia. Mi sento di escludere totalmente un effetto contagio tra l’Italia e la Grecia. Sono paesi profondamente diversi. Il nostro modello è la Germania e fare meglio, un obiettivo alla nostra portata. Stiamo facendo tutto quello che avevamo promesso, le leggi non hanno il Telepass, sono stati avviati tutti i procedimenti”.

QUIRINALE

“La legislatura dura fino al 2018. Ci sono i numeri per eleggere il presidente della Repubblica. Ora nessun ping pong sul Colle. Non possiamo metterci a giocare a ‘Indovina chi’. Quando arriverà il momento saremo nelle condizioni di esprimere un nome attorno a cui si coaguli la maggioranza”. Un tecnico al Colle? “Il presidente della Repubblica deve avere i requisiti previsti dalla Costituzione: ha funzioni tipicamente politiche con la ‘p’ maiuscola, anche se nel corso della storia ci sono stati vari presidenti di provenienza” tecnica. Inolte chiarisce che la magistratura italiana non interferirà nella decisione e che “non ci saranno 220 franchi tiratori”, come sostiene il senatore Pd Ugo Sposetti. Secondo il premier, infine, anche Silvio Berlusconi, votato da milioni di italiani, “è legittimato a stare al tavolo delle discussioni, senza diritto di veto. Lo considero un fatto logico e fisiologico. L’elezione del presidente della Repubblica non è un test politico. Non è un voto di fiducia sulla maggioranza”.

JOBS ACT E STATALI

“In Consiglio dei ministri ho proposto io di togliere la norma sui dipendenti pubblici perché non aveva senso inserirla in un provvedimento che parla di altro. Il Jobs act non si occupa di disciplinare i rapporti del pubblico impiego. Le regole del lavoro pubblico le riprenderemo nel ddl Madia. La mia idea è che chi sbaglia nel Pubblico paghi. Per chi non lavora bene perché non è messo in condizione di farlo, la responsabilità va attribuita ai dirigenti. Ma per i cosiddetti fannulloni va messa la condizione di mandarli a casa. Questo argomento prenderà corpo a febbraio o marzo. Sul tema dei licenziamenti collettivi, vedremo cosa ci diranno le commissioni parlamentari, ma poi a decidere sarà il governo”.

UE E SEMESTRE ITALIANO

“Il piano Junker è un primo passo ma non è certo sufficiente. Gli Usa hanno fatto registrare +5% nel terzo trimestre 2014, un numero straordinario. In questi sei mesi di guida italiana abbiamo cambiato per il momento il vocabolario: siamo stati una notte a discutere perché la parola flessibilità sembrava una parolaccia e la parola crescita sembrava inconcepibile”.

TAGLI ALLE MUNICIPALIZZATE

“Non c’è alcun progetto Cottarelli, ma l’obiettivo è comune, da ottomila bisogna passare a mille. L’obiettivo c’è e sarà realizzato, si realizza in modo serio ma no a colpi di spot. Quando il ddl Madia sarà approvato dal Senato, a quel punto credo che nelle delega ci sia la possibilità per iniziare il percorso di sfoltimento e dimagrimento delle partecipate”.

MARÒ

“Una vicenda molto seria molto difficile per ciò che è accaduto in passato, su cui ognuno di noi si tiene il suo giudizio: oggi questione aperta con un paese come India, amico, alleata dell’Italia che nelle ultime ore ha aperto un canale di confronto diretto anche con dichiarazioni che abbiamo apprezzato. E’ utile per chiudere la vicenda mantenere il tono necessario dei canali legittimi giudiziari e diplomatici, senza inutili show o inutili iniziative politiche come alcune di quelle che ho visto, assolutamente incredibili, di ministri dei governi precedenti”.

 

ITALICUM

“L’Italicum è un Mattarellum con preferenze. Il candidato di quel collegio lì è chiaramente riconoscibile, in più c’è lo spazio per mettere due preferenze, un uomo e una donna. Io lo trovo un meccanismo di una semplicità impressionante. Chi arriva primo vince e governa per cinque anni. E’ una legge seria che permette di dare governabilità al Paese e non c’è nessun dubbio di costituzionalità. Entro il mese di gennaio l’Italicum sarà approvato.  Sulla richiesta di Roberto Calderoli della Lega di eliminare i capilista bloccati dal progetto di riforma Renzi dice: “Calderoli è un grande esperto di leggi elettorali. L’ultima che ha fatto si chiama ‘porcata’, se a questo giro si riposa un po’ ci sembra perfetto. Presenterà 15mila emendamenti? Ormai siamo esperti in canguri”.  Elezioni anticipate dopo l’Italicum? “A me conviene sempre di tentare di andare alle elezioni ma all’Italia no, non conviene. Per quel che mi riguarda non sono contrario ai tempi sull’entrata in vigore dell’Italicum, se qualcuno vuole mettere la clausola di salvaguardia nel 2016, siamo pronti a discuterne, ma prima facciamo la legge”.

FINANZIAMENTO AI PARTITI

“La legge sul finanziamento pubblico ai partiti va benissimo, non la cambiamo”.

PENSIONI

“Mi sento di escludere che il governo possa mettere mano alla riforme delle pensioni”.

TASSE

“In un paese normale le tasse si pagano una volta all’anno. L’obiettivo è arrivare lì”. La local tax “entrerà in vigore dal 2016. Quanto agli 80 euro li rifarei tutta la vita, li aumenterei se possibile”.

CORRUZIONE

“Chi ruba va messo in galera, altrimenti siamo tutti uguali. Bene il patteggiamento ma chi patteggia deve restituire il mal tolto, tutto. Gli sconti si fanno al supermercato non ai corrotti. Rinnovo il mio appello per chi deve giudicare, lo faccia il più velocemente possibile, gli italiani hanno diritto a sapere se uno colpevole o meno”.

RIFORMA GIUSTIZIA

“Un anno fa si parlava di amnistia e indulto, ora non ne parla più nessuno. Il governo ha aumentato del 10% i posti nelle carceri eppure non ne parla nessuno. Abbiamo aumentato le pene alternative al carcere, lavorato molto bene sul tema della riduzione delle persone in attesa del primo grado, che sono diminuite del 20%, ma ancora non basta”.

LA SCUOLA

“Negli ultimi vent’anni tutti i ministri dell’Istruzione hanno solo modificato le riforme precedenti. Noi abbiamo cancellato questa parola, abbiamo dato la parola ai cittadini. Sulla scuola voglio andare lento, abbiamo fatto partire un lavoro di confronto con docenti, alunni e famiglie. Ha ragione un ragazzo, Federico Bindi, di 17 anni, che ci ha detto: finché non renderete l’insegnamento come un lavoro da sognare, non riuscirete a cambiare nulla”.